Continua a tenere banco incessantemente l'argomento della riforma Pensioni 2017 e in particolar modo la questione legata all'aspettativa di vita, che suscita polemiche e discussioni piuttosto accese. L'ultima novità arriva da Tito Boeri, presidente dell'Inps, che si è posto contro la volontà dei sindacati di voler bloccare gli adeguamenti dei requisiti di pensionamento all’aspettativa di vita. Lo ha spiegato in un'intervista rilasciata al Sole24Ore, dichiarando che "quel miliardo e 200 milioni di cui si parla in caso di mantenimento al 2019 del requisito di vecchiaia a 66,7 anni non esiste".

Riforma pensioni, Boeri: 'Spesa da 141 miliardi'

Secondo il presidente Tito Boeri, toccare il meccanismo in questo momento sarebbe pericolosissimo. Per lui, infatti, bisogna pensare alle generazioni di lavoratori che hanno già vissuto questi adeguamenti, perché questi si troverebbero di nuovo di fronte ad una situazione che cambia. E nel momento in cui questi protesteranno, secondo Boeri troveranno un mercato politico pronto ad accoglierli ed è quello stesso mercato che oggi chiede il blocco degli adeguamenti automatici. Se, invece, venisse rotto l'automatismo dell'aspettativa di vita si tornerebbe ad avere dei processi discrezionali.

Per Tito Boeri se venissero mantenuti i 67 anni di età dal 2021 in avanti le conseguenze sarebbero ben 141 miliardi di spesa in più da qui fino al 2035, che si tradurrebbero in debito pensionistico implicito.

E se i sindacati dichiarano che siamo il paese d'Europa che ha i requisiti di pensionamento più alti, Boeri ha risposto dichiarando che non è vero perché bisogna guardare all'età effettiva di pensionamento, che in Italia è più bassa della media europea. In Italia, secondo le sue dichiarazioni, si va in pensione appena sopra ai 62 anni, mentre i tedeschi accedono alla pensione soltanto a 65 anni.

Riforma pensioni: le parole di Boeri sull'ingresso dei giovani nel lavoro

Per quanto riguarda, invece, l'ingresso dei giovani nel mercato del lavoro, molto limitato proprio a causa della mancata uscita delle generazioni più anziane, Tito Boeri si è espresso dicendo che la riforma Fornero del 2011 ha aumentato l'età pensionabile fino a sei anni in alcuni casi.

Di conseguenza lo stop per le nuove assunzioni fu inevitabile. Nel caso attuale, invece, la situazione sarebbe diversa perché si sta parlando di un cambiamento pianificato da anni e che significa un incremento di soli cinque mesi a partire dal 2019. Inoltre la domanda di lavoro per il presidente Inps starebbe crescendo, addirittura più dell'intera economia.

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