Si continua a parlare in maniera incessante dell'argomento diventato ormai di fortissima attualità riforma Pensioni 2017. Già, perché nell'incontro tra Governo e sindacati previsto per il prossimo 27 luglio, come già annunciato da Cesare Damiano, si parlerà di diversi argomenti importanti per il futuro previdenziale in Italia e per quanto concerne il mondo del lavoro. Oltre alla cosiddetta fase 2 della riforma pensioni, quindi, il vertice servirà anche per discutere di uscita anticipata, della questione donne e del lavoro gravoso.
Riforma pensioni: i punti da rivedere nell'incontro tra sindacati e Governo
Come riportato da Urbanpost.it, infatti, i sindacati continuano a chiedere alcuni correttivi nel tentativo di ampliare le platee di beneficiari per quanto concerne l'Ape social. L'obiettivo sarebbe quello di ridurre da 30 a 27 anni e da 36 a 33 anni la soglia contributiva, anche lasciando a 63 anni l'età anagrafica. L'abbassamento degli anni di contribuzione riguarderebbe principalmente le donne, che in molti casi non riescono a raggiungere i requisiti per accedere all'Ape social. Il Governo, in questo caso, potrebbe dare segnali positivi.
Riforma pensioni: le richieste dei sindacati
Un'altra richiesta che i sindacati potrebbero avanzare riguarda i beneficiari dell'Ape social, che potrebbero essere estesi anche a chi rimasto disoccupato a causa di licenziamento ma che non ha potuto beneficiare di ammortizzatori sociali.
A riguardo il Governo ha precisato che era già stata inserita una modifica all'interno del decreto attuativo. Anche per quanto riguarda l'ottava salvaguardia per i lavoratori esodati si richiedono correttivi migliorativi ma anche l'ottenimento dell'accesso alla pensione anticipata per quanto riguarda le donne con 57 anni di età anagrafica e 35 di contribuzione, accettando in cambio di avere un assegno calcolato interamente col sistema contributivo.
Un'altra modifica molto importante che si vorrebbe ottenere è quella relativa al famoso meccanismo legato all'aspettativa di vita, che dall'1 gennaio del 2019 porterebbe l'età pensionabile e l'uscita dal mercato del lavoro a ben 67 anni.
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