Arrivano novità sulla pensione anticipata 2017 e per le Pensioni di vecchiaia all'età di 64 anni e sette mesi per i contribuenti Inps dipendenti del settore privato: il ministero del Lavoro ha acconsentito a procedere con le correzioni alla Circolare dell'Inps numero 196 di fine 2016 che aveva previsto delle limitazioni per i nati nel 1952. Ne fornisce notizia Franca Biondelli, sottosegretario al wefare che ha risposto all'interrogazione parlamentare sollevata da Maria Luisa Gnecchi del Partito democratico nella Commissione lavoro. Nel dettaglio, per l'accesso alla pensione anticipata a 64 anni, l'Inps aveva negato che, per il raggiungimento dei requisiti contributivi, potessero essere inclusi i versamenti al di fuori di quelli da lavoratori dipendenti nel privato, ovvero la contribuzione volontaria, figurativa o da riscatti.

Pensioni anticipate o di vecchiaia donne 2017 a 64 anni: le novità di oggi sui requisiti

La possibilità di uscita con la pensione anticipata a 64 anni (più i sette mesi degli aggiornamenti dovuti per l'aumento della speranza di vita) è riservata ai lavoratori che provengano dal settore privato per mitigare gli effetti sui requisiti di pensione della riforma Fornero. Infatti, per l'uscita anticipata e di vecchiaia occorre il verificarsi di due condizioni: la prima riguarda i contribuenti che entro il 31 dicembre del 2012 avevvano un'età di minima di 60 anni e 35 di versamenti. L'uscita all'età di 64 anni e sette mesi è possibile nel momento in cui raggiungano la quota 96 (facendo la somma dell'età e dei contributi).

Per le donne, invece, la stessa possibilità è riconosciuta anche sulla pensione di vecchiaia: i requisiti previsti nel 2016 e nel 2017 per l'uscita sono l'età di 64 anni e 7 mesi ed almeno venti anni di versamenti. L'età minima, entro il termine del 2012, doveva essere pari ad almeno sessant'anni.

Uscita 2017 pensione anticipata o vecchiaia: contributi, quota 96 e donne

Un passo verso l'allargamento dei requisiti per l'uscita con pensione anticipata e di vecchiaia fu compiuto dall'Inps alla fine dello scorso anno quanto, con la Circolare 196, aveva previsto che, fermo restando i requisiti predetti alla fine del 2012, avrebbero potuto beneficiare dell'uscita anticipata o della pensione di vecchiaia anche gli uomini e le donne che non stessero svolgendo attività alle dipendenze nel privato purché i versamenti contributivi necessari fossero interamente di provenienza dalla contribuzione nel settore privato.

Escludendo, pertanto, i contributi volontari, figurativi o i riscatti non collegati al lavoro alle dipendenze. Ad esempio, nel computo non erano ammessi i riscatti della laurea e del servizio militare. A seguito delle polemiche generate da questa esclusione, il ministero del Lavoro ha previsto che anche i contributi volontari, figurativi o di riscatto dovranno essere conteggiati ai fini del raggiungimento dei requisiti necessari per la pensione anticipata (35 o 36 anni di contributi per la quota 96) e per quella di vecchiaia delle donne (20 anni). L'attesa, adesso, è per l'adeguamento dell'Inps alla nota del ministero del Lavoro, un ritardo che la Gnecchi ha sottolineato come inaccettabile per i disagi di pensione anticipata e di vecchiaia dei lavoratori nati nel 1952.