Torna a parlare Giuliano Poletti, intervenuto ieri nel corso del Meeting di Rimini, a cui ha partecipato anche il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Durante il discorso incentrato sul lavoro dei giovani e su quello che il governo intende fare per venire incontro alle esigenze lavorative degli under 30, il ministro del Lavoro ha risposto anche ad una domanda su ciò che verrà deciso in merito all'aspettativa di vita. Una risposta importante da parte del numero uno del ministero, soprattutto se contestualizzata ad una distanza temporale relativamente breve rispetto alle dichiarazioni rilasciate da Enrico Morando, viceministro dell'Economia, il quale aveva di fatto chiuso la porta ad altri eventuali interventi sulle Pensioni, dopo quelli inseriti nella precedente Legge di Stabilità.

In attesa dei dati Istat

Il rinvio dell'aspettativa di vita è un caso chiuso? No, parola di Poletti. Il ministro del Lavoro non ha chiuso la porta all'eventuale revisione del meccanismo che spinge l'età pensionabile al rialzo ogni tot di anni, ponendo come base un aumento costante della speranza di vita per la popolazione italiana. Rispondendo ad una domanda sulla questione, Poletti ha ricordato come ad oggi nessuno gli abbia chiesto un'abolizione della misura, sottolineando come invece ci sia una discussione aperta con i sindacati in merito a "criteri, tempi e modalità".

Una discussione però rinviata a quando l'Istat pubblicherà i dati ufficiali sull'aspettativa di vita, dati in base ai quali verrà presa una decisione sull'eventuale congelamento o rallentamento del meccanismo a partire dal 1° gennaio 2019, quando è previsto il prossimo scatto di anzianità pari a 5 mesi, con l'età pensionabile che si alzerebbe fino a 67 anni, rispetto alla soglia attuale di 66 anni e 7 mesi.

Gli ultimi numeri

Cesare Damiano, di recente, ha pubblicato una nota sul proprio sito, riprendendo i numeri del docente Gian Carlo Blangiardo, dell'Università Bicocca di Milano, il quale ha affermato che nei primi 3 mesi del 2017 la mortalità è cresciuta del 15 per cento. Da ciò, ne consegue che l'aspettativa di vita, così come accaduto nel 2015, anziché salire è diminuita.

La logica vorrebbe che lo scatto in avanti dell'età pensionabile, a fronte di una speranza di vita in calo, non aumenti di 5 mesi, come invece previsto dalla tabella originaria.

Sorge però un altro problema. Anche se la speranza di vita dovesse diminuire o comunque rimanere bloccata, l'età anagrafica per raggiungere la pensione di vecchiaia è comunque destinata ad aumentare con certezza a 67 anni per effetto della clausola di salvaguardia della Legge Fornero, di cui ancora non si parla.

Lo ha fatto circa un mese fa la Ragioneria di Stato, ma è stato un episodio isolato, con nessuno che si è domandato per quale motivo ci sia una discussione così importante sull'aspettativa se si sa già che questa è destinata ad aumentare, volente o nolente, entro il 1° gennaio 2021 a 67 anni. Forse c'entrano qualcosa le prossime elezioni politiche previste in primavera?