Continua a tenere banco l'argomento della riforma Pensioni 2017, tematica diventata più che mai di attualità e destinata ad alimentare per ancora diverso tempo polemiche e discussioni. Questo soprattutto a causa dei nuovi strumenti per l'uscita anticipata, in primis l'Ape social. Il nuovo strumento per poter ottenere la pensione anticipata, secondo quanto riportato da Pensionioggi.it, è al test convenienza, dopo il decollo ufficiale che avverrà nelle prossime settimane. Come ben noto ormai a tutti si tratta di una prestazione pensionistica "anomala", in quanto è un reddito ponte che viene erogato nel momento in cui si ottiene il requisito anagrafico dei sessantatré anni fino al raggiungimento dell'età utile per accedere alla pensione di vecchiaia.

La questione Ape social

L'importo dell'Ape social corrisponde alla rata mensile della pensione certificata nel momento in cui è stata fatta domanda in base alla contribuzione del lavoratore sempre entro un massimo di 1500 euro al mese. Inoltre, la rata mensile non viene rivalutata ogni anno e viene erogata per dodici mensilità. Tutto questo la distingue da una normale pensione. Tutto ciò, però, viene compensato dalla tassazione dell'Ape social che è nettamente favorevole rispetto all'assegno pensionistico.

Riforma pensioni: Ape social più conveniente rispetto alla pensione?

Tale strumentazione è considerata come un reddito da lavoro dipendente, e di conseguenza porta ad ottenere un importo netto maggiore rispetto a quello che si avrebbe da un reddito da pensione, a parità di condizioni.

L'Ape social, dunque, può beneficiare anche del cosiddetto Bonus Renzi di 960 euro all'anno. I famosi 80 euro al mese per intenderci, che non sono invece previsti per quanto riguarda i normali pensionati.

Non essendo, però, una normale pensione, l'Ape social comporta anche il fatto che non si può percepire la quattordicesima mensilità, le quota di famiglia o l'integrazione al trattamento minimo.

Non vi sono, invece, fattori negativi per quanto concerne coloro i quali si trovano a godere della pensione indiretta a seguito della scomparsa del lavoratore proprietario della prestazione, in quanto questi avranno diritto alla normale pensione indiretta che spetta normalmente a tutti.

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