Continua a tenere banco inevitabilmente l'argomento della riforma Pensioni 2017, diventato ormai uno dei principali ingredienti del dibattito italiano. Sono tante le discussioni e le polemiche che suscita questa tematica infatti, e a far parlare ancora una volta è la tematica legata ai vitalizi degli ex parlamentari. Dopo avervi informati sui punti che verranno toccati nell'incontro del 27 luglio tra sindacati e Governo, focalizziamo l'attenzione sulla proposta Richetti arrivata alla Camera nella giornata di ieri. L'obiettivo di questa proposta sarebbe quello di arrivare all'abolizione dei vitalizi ai parlamentari.

Dopo i vari rinvii, infatti, la proposta di ricalcolare in ottica contributiva i vitalizi dei parlamentari e degli ex deputati e senatori potrebbe ottenere esito positivo da parte di Montecitorio.

Riforma pensioni: come cambierebbero i vitalizi

Nel testo base i requisiti anagrafici per la maturazione del vitalizio resterebbero gli stessi. Inutile dire che la generosità da parte della Legge Fornero nei confronti dei parlamentari rispetto ai comuni mortali non è indifferente. Partendo da tale presupposto, comunque, gli interessati continuerebbero ad avere il vitalizio a 65 anni di età, a fronte dei 66 anni e 7 mesi per i comuni cittadini, che diventeranno presto 67, se non si farà qualcosa di concreto sul meccanismo dell'aspettativa di vita.

Tuttavia, ed è già una grande cosa, verrà mandata in soffitta la possibilità di abbassare l'età pensionabile di un anno per ogni mandato parlamentare per un massimo di cinque anni.

Ma il vero punto chiave di questa proposta è il ricalcolo dei vitalizi in chiave contributiva di coloro i quali hanno cessato il servizio o comunque delle quote pensionistiche precedenti al 31 dicembre del 2011.

Infatti, nonostante la riforma che ha introdotto il sistema contributivo, hanno continuato a prendere il vitalizio attraverso il vecchio sistema reddituale. In questo modo, infatti, i vitalizi continuavano a risultare piuttosto elevati nonostante i pochi anni di "lavoro", se così può essere definito, a fronte delle pensioni dei cittadini sempre più basse.

Nella proposta di Richetti, quindi, ci sarebbe finalmente il ricalcolo contributivo.

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