Il rischio di uno slittamento della riforma Pensioni al 2018 è concreto. E' quanto sostiene, in un approfondimento di oggi, il Sole 24 Ore, secondo cui si va verso un rinvio alla prossima legislatura riguardo gli interventi maggiormente strutturali. Domani, intanto, tornano ad incontrarsi esecutivo e governo. I nodi da sciogliere sono fondamentalmente tre. Il primo punto riguarda la pensione di garanzia dei giovani. Il secondo il blocco dell'aspettativa di vita. Il terzo, infine, la rivalutazione delle pensioni. Temi che verranno discussi nei prossimi giorni, cruciali per conoscere le reali intenzioni dell'esecutivo Gentiloni sul capitolo previdenziale.

Pensione giovani, il vero intervento non sarà quest'anno

Negli ultimi giorni, il Partito democratico è tornato a premere sul fronte della discussione previdenziale, chiedendo al governo presieduto dal primo ministro Paolo Gentiloni di accelerare sulla pensione minima di garanzia. Probabilmente, già dalla manovra di Bilancio che sarà approvata quest'anno si cercherà di far rientrare un pacchetto scarno di misure atte a supportare quella che sarebbe la novità più importante per le nuove generazioni, alle prese con carriere discontinue.

Il vero intervento strutturale però è atteso per la prossima legislatura, o almeno è questa la previsione del Sole 24 Ore, che ritorna sulla chiusura, di alcune settimane fa, del viceministro dell'Economia Morando.

Si attende una manovra con poche risorse a disposizione del governo, con Padoan che in tempi non sospetti ha affermato come sia preferibile concentrare gli sforzi più sul taglio del cuneo e gli investimenti. Nonostante la presa di posizione del Ministero dell'Economia, appare scontato un intervento, anche se in misura minore rispetto a quello paventato in precedenza, sulle pensioni.

Tre miliardi di euro sono troppi

Potenziare l'Ape sociale e la quota 41 dei lavoratori precoci, bloccare l'aumento dell'età pensionabile previsto per il 1° gennaio del 2019 e realizzare la pensione di garanzia dei giovani. Complessivamente, si stima che la spesa possa essere tra i 2 e 3 miliardi di euro. Troppi, secondo i colleghi del Sole 24 Ore, considerando le recenti dichiarazioni del numero 1 e 2 del Mef, che hanno ripetuto un concetto basilare, le poche risorse a disposizione quest'anno per la manovra autunnale, spingendo entrambi per un investimento sul lavoro.

In tutto questo, rimane nel limbo la discussione sul blocco o, quantomeno, rinvio dell'aspettativa di vita. Nei giorni scorsi, Cesare Damiano è tornato a chiedere la revisione della speranza di vita, tenendo conto del fatto che essa è diminuita nel 2015. Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, intervenuto di recente, ha ribadito quanto già detto in passato, sottolineando come sia necessario attendere i dati dell'Istat, pronti ad inizio autunno, per qualsiasi decisione sull'aumento, o meno, di 5 mesi dell'età pensionabile, dagli attuali 66 anni e 7 mesi ai 67 anni di età.