Pensione minima garantita per i giovani di oggi stretti nella morsa della disoccupazione e del precariato e con un futuro previdenziale a rischio: è questa una delle proposte che il governo porterà al tavolo di confronto con i sindacati sulla fase due della riforma Pensioni previsto mercoledì prossimo 20 agosto nella sede del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. Lo ha ribadito il ministro Giuliano Poletti intervenuto nel corso del meeting di Comunione e Liberazione che si è svolto a Rimini anche sullo scontro e le polemiche in atto anche all'interno della stessa maggioranza sull'innalzamento dell'età pensionabile.

Pensioni, intervento di Poletti all'incontro annuale di Comunione e Liberazione

"E' un tema - ha detto Giuliano Poletti parlando dei cronisti della pensione minima di garanzia per i giovani - che stiamo discutendo con le organizzazioni sindacali, per tutelare i giovani - ha sottolineato il ministro del Lavoro secondo quanto riporta l'Ansa - che oggi hanno carriere che iniziano tardi, che si interrompono". Precariato, lavori saltuari e discontinui, disoccupazione crescente sono i drammi attuali con cui i giovani di oggi devono fare i conti, drammi aggravati dalla legge Fornero ancora in vigore. Potendosi così scordare di avere in futuro un pensione dignitosa se non si interviene con nuove misure di welfare come la pensione minima garantita allo studio di Palazzo Chigi.

"E' un tema - ha detto Poletti al meeting Cl di Rimini in attesa dell'incontro con i sindacati sulla fase 2 della riforma pensioni - all'ordine del giorno".

Aumento età pensionabile, il ministro del Lavoro: tema non in legge di Bilancio 2018

Una misura su cui punterebbe molto l'esecutivo, a sentire le parole del ministro del Lavoro intervenuto anche per dire che lo stop all'aumento dell'età pensionabile non sarà nella legge di Bilancio 2018.

Ma Poletti ha lasciato aperte le porte del confronto e ha di nuovo rinviato la questione in autunno, quando saranno disponibili i nuovi dati dell'Istat sulle aspettative di vita degli italiani. Una posizione decisamente più soft, quella di Poletti, rispetto alle posizioni già espresse nei giorni scorsi da Tommaso Nannicini (responsabile economico del Partito democrativo) e da Enrico Morando (viceministro del Mef) che hanno chiuso all'ipotesi di blocco o rinvio dell'innalzamento dei requisiti anagrafici per l'accesso al trattamento previdenziale.