Scatta la protesta dei professori delle università italiane. Fino a novembre gli studenti non potranno più sostenere gli esami. La notizia, ripresa nelle ultime ore dai più importanti quotidiani a livello nazionale, è destinata a far discutere. Le lezioni, da quanto si apprende, si terranno regolarmente. A non essere garantiti saranno invece gli appelli della prima sessione, quella autunnale. Le nuove matricole, chi cioè si iscrive per la prima volta ad un corso di laurea, sia triennale che magistrale, non subiranno alcuna conseguenza, visto che per loro gli esami partono ufficialmente da gennaio oppure febbraio.

Altri invece rischiano anche di veder slittare la laurea.

Perché i professori stanno protestando?

I motivi dello sciopero dei professori delle Università sono da ricondurre ad un importante aspetto economico, riguardante gli scatti di stipendio del pubblico impiego. Premesso che il governo Berlusconi bloccò gli stipendi dal 2011 al 2014, a partire dal 1° gennaio 2015 la situazione è tornata alla normalità. Carlo Ferraro, il promotore dell'iniziativa, insegnante al Politecnico di Torino, ha spiegato l'anomalia subita dai professori universitari, che a differenza delle altre categorie, che hanno ricevuto dal 2015 sia gli aumenti di stipendi che gli scatti persi, non solo non hanno avuto alcun aumento, con gli stipendi bloccati da 5 anni ormai, ma hanno subito un'ulteriore proroga del blocco di un anno.

In aggiunta a ciò, spiega Giuseppe De Nicolao, altro professore universitario che aderirà allo sciopero, c'è una seconda beffa. Gli insegnanti, al termine della loro carriera lavorativa, avranno meno scatti di tutte le altre categorie. Ciò significa, ha sottolineato il signor De Nicolao, una perdita di circa centomila euro per un professore ordinario.

Le città dove si terrà la protesta e le conseguenze per gli studenti

Milano, Padova, Bologna, Roma, Catanzaro e Messina. Sono queste le città dove lo sciopero dei professori dell'Università sarà attivo a partire dal primo settembre. Non si tratta, è bene ricordarlo, di uno sciopero che ha alla base uno o più sindacati, ma sono gli stessi professori ad aver voluto scegliere questa linea per manifestare la propria contrarietà alle scelte dei governi che si sono succeduti in questi anni alla guida del Paese.

Agli studenti non sarà permesso di sostenere alcun esame fino a novembre, vale a dire durante tutta la sessione autunnale. I disagi maggiori saranno avvertiti da chi è in procinto di laurearsi e magari stava preparando proprio l'ultimo esame prima di iniziare la tesi. Quest'ultimi vedranno la laurea slittare di qualche mese.