Potrebbe essere un autunno ricco di novità in tema di Pensioni anticipate e di uscita per la vecchiaia il prossimo, con la discussione e l'adozione della legge di Bilancio 2018. In questi giorni si sono fatti avanti i sindacati con le loro richieste in tema di pensioni. Innanzitutto, stop all'incremento automatico dei requisiti di uscita per la pensione anticipata e per le pensioni di vecchiaia. Il prossimo aggiornamento è previsto per il 2019, ma il Governo Gentiloni dovrà prendere una decisione sui dati dell'Istat, prima della fine del 2017. Un primo scalino dei requisiti di uscita si avrà già dal 1° gennaio 2018: alcune categorie di contribuenti (donne e uomini), avranno da subito aumenti.

Nell'immediato, inoltre, i sindacati chiedono che gli importi delle pensioni vengano indicizzati. E, in più, una revisione si chiede pure in merito ai bonus di contributi a favore delle donne, in modo da garantire condizioni più favorevoli per la pensione anticipata con Ape social.

Ultime oggi pensione anticipata 2017: novità proposta bonus Ape donna

Infatti, in tema di pensione anticipata Ape social per le donne, la proposta dei sindacati è quella di revisionare l'anticipo pensionistico a carico dello Stato, in modo da assicurare degli sconti di anni di contributi. Si tratterebbe di agevolare l'uscita delle donne già prima dei 63 anni richiesti (l'età minima per l'Ape che, in caso di adozione della misura anche nei prossimi anni, sarebbe soggetta ad adeguamento dei requsiti dal 2019, come per le pensioni anticipate e di vecchiaia).

E lo sconto sarebbe di un massimo di due anni, forse tre, in rapporto al numero dei figli avuti. E' probabile che il Governo, scrive Il Sole 24 Ore di oggi, sia disposto ad accogliere le proposte sulle pensioni anticipate a carico dello Stato, ma non il blocco dell'età pensionabile dal 2019 e la revisione degli importi delle pensioni.

L'aumento dei requisiti di uscita porterebbe l'età delle pensioni di vecchiaia di uomini e donne al gradino più alto d'Europa e, quasi nell'immediato. Infatti, in Francia, i 67 anni si toccheranno nel 2022, in Germania solo nel 2030.

Pensioni vecchiaia dal 1° gennaio 2018: adeguamento età uscita donna

Ma i conti fatti dal Governo e i risparmi assicurati dalla riforma Fornero sulle pensioni dei prossimi decenni fanno presagire che bloccare l'aumento dell'età per la pensione anticipata e per l'uscita con la vecchiaia a 67 anni (i successivi aggiornamenti avverranno ogni due anni), metterebbe a rischio la quadratura dei bilanci statali.

In questi termini, infatti, si sono già espressi nei giorni scorsi sia l'Inps che la Ragioneria Generale dello Stato. Secondo quanto scrive il quotidiano economico, infatti, congelare l'età di uscita per la pensione costerebbe dal miliardo e 200 milioni al miliardo e mezzo di euro. In più, occorre non sottovalutare che, dal 1° gennaio 2018, l'età per la pensione di vecchiaia verrà incrementata ed adeguata a chi l'aumento l'ha già subito nel 2016 e 2017 nelle seguenti proporzioni:

  • per i dipendenti del privato (uomini), donne e uomini dipendenti statali ed per gli autonomi (uomini) la pensione di vecchiaia rimarrà a 66 e 7 mesi anni (già adeguati nel 2016 e 2017);
  • le donne del privato subiranno il gradino di un anno (dai 65 anni e 7 mesi ai 66,7, considerando che nel 2012 l'uscita era a 62 anni);
  • le donne autonome non avranno aumenti (rimarranno i 66 anni e 1 mese, requisito già aumentato nel 2016 e 2017).