Ripartirà questo pomeriggio il confronto tra Governo e Sindacati in merito al comparto previdenziale, con importanti aggiornamenti per quanto concerne la flessibilità in uscita dal lavoro per le donne. Nel corso dell'ultimo incontro era emersa una nuova opzione di uscita tramite APE sociale, denominata da molti come APE donna. Il progetto di apertura ai prepensionamenti femminili è stato però accolto con freddezza dai sindacati, che hanno ritenuto la proposta insufficiente e si preparano quindi a rilanciare con una propria controproposta.

Pensioni anticipate e APE Donna: sconto biennale con sei mesi per figlio

Per quanto concerne l'ipotesi avanzata dal Governo, quest'utlima prevedeva uno sconto di sei mesi per ogni figlio, con un tetto massimo individuato in 24 mesi. Nella pratica, le donne con i requisiti previsti dalla legge potrebbero accedere all'APE sociale una volta maturati i 63 anni di età, ma con 28 anni anziché 30 o 34 anni anziché 36 a secondo dello specifico regime di tutela e della peculiare situazione personale. Resta comunque il fatto che con questa proposta non vi sarebbero sconti sul requisito anagrafico, ragione per la quale sindacati e lavoratrici ritengono insufficiente il provvedimento.