Emergono sviluppi e novità in merito alle Pensioni degli impiegati statali nati tra il 1952 ed il 1962 e i conseguenti Concorsi Pubblici che potrebbero esserci, fino a cinquecento o a seicento mila posti, nella Pubblica aministrazione, per assicurarne il turn over. L'annuncio di un piano di pensioni e di assunzioni di così ampie dimensioni nel pubblico impiego è stato fatto qualche giorno fa da Angelo Rughetti, sottosegretario del ministro Madia alla Funzione Pubblica, il quale ha parlato di 500 mila uscite dalla Pubbica amministrazione nei prossimi quattro anni grazie alle pensioni che potrebbero diventare un milione nel giro di dieci anni.
Gli statali più prossimi alla pensione sono quelli con data di nascita tra il 1952 ed il 1962.
Pensioni anticipate statali 2017 e concorsi pubblici dal 2018: requisiti e fattibilità
Nello specifico, gli statali della classe 1952 potranno andare in pensione di vecchiaia a 66 anni e 7 mesi nel 2018 purché la loro data di nascita non superi il 31 maggio di quell'anno. Altrimenti la loro uscita è rimandata al 2019 con i possibili aumenti dei requisiti di uscita previsti dall'aggiornamento dell'età agli indici della speranza di vita. Aumenti che dovrebbero ammontare a quattro o a cinque mesi. Rispettivamente, la pensione degli statali, nel 2019 slitterebbe ai nati entro il 31 dicembre 1952 (nel caso in cui il Governo decidesse di aumentare l'età di uscita di 5 mesi e quindi la pensione a 67 anni) o non oltre la fine di gennaio del 1953 (per aumenti di 4 mesi e pensioni a 66,11).
Mandare in pensione un numero così elevato di lavoratori statali, con conseguente ricambio generazionale del pubblico impiego e svecchiamento della Pubblica Amministrazione, dovrebbe prevedere misure di pensioni anticipate agevolate. E' in questo modo che potrebbero registrarsi numeri importanti di lavoratori statali in uscita.
In ogni modo, un'analisi sulla fattibilità e su quanto c'è di vero in quello che può essere definito come un piano di pensioni e di assunzioni con concorsi pubblici e stabilizzazioni nella Pubblica amministrazione, è stato condotto oggi dal Corriere della Sera. Il quotidiano, comunque, lancia l'allarme sulle possibili difficoltà nel mantenere fede a siffatti numeri e promesse.
Infatti, dopo svariati anni di forte rallentamento del turn over, una tale abbuffata potrebbe provocare sconvolgimenti tali da far sembrare l'annuncio del sottosegretario una pericolosa promessa pre-elettorale.
Concorsi pubblici e pensioni anticipate statali 2017: ultime novità di oggi
Infatti, il turn over annunciato, con tante pensioni e molti concorsi, innanzitutto dovrà dare la precedenza ad un'altra promessa, ovvero quella della stabilizzazione dei 50 mila precari statali già annunciata nei mesi scorsi con la riforma della Pubblica amministrazione. In secondo luogo, proprio la riforma della Pa di Madia nella parte riguardante i nuovi concorsi pubblici mirati alle effettive esigenze delle amministrazioni e non più alle vecchie piante organiche, mal si concilia con numeri così elevati.
Ed il concorso nella scuola del 2016 per la stabilizzazione di oltre 67 mila docenti, con tutti i problemi non ancora risolti, dovrebbe essere d'insegnamento. Si pensi all'organizzazione dei maxi-concorsi, alla formazione dei vincitori sul campo, a come dover risistemare e ridisegnare tutti gli uffici pubblici con 80 mila nuove assunzioni annunciate dal sottosegretario per i prossimi anni a partire dal 2018. Ed allora ci si pone il dubbio se il ministero per la Funzione pubblica abbia fatto o meno un imponente studio di tutti gli uffici della Pubblica amministrazione, dei carichi di lavoro, oltre a verificare l'impatto sui conti pubblici. Perché un simile piano, se da un lato necessiterebbe di concorsi pubblici con migliaia e migliaia di posti, dall'altro imporrebbe di tornare ad abbassare l'età di pensione per gli statali con incentivi alle pensioni anticipate. E, dopo anni di restringimenti sia delle pensioni che delle assunzioni con concorsi pubblici, una simile abbuffata potrebbe risultare irrealistica.