Una maggiore flessibilità in uscita dal lavoro per tutti ma soprattutto misure che favoriscano le donne per superare le differenze di genere in ambito previdenziale: è quello che chiedono i sindacati al governo in vista del nuovo incontro sulla fase due della riforma Pensioni in programma per mercoledì 13 settembre prossimo. E' la Uil guidata dal segretario generale Carmelo Barbagallo a sollecitare ancora una volta al Governo Gentiloni nuovi provvedimenti per le donne, molte delle quali attendono dall'esecutivo risposte sulla ulteriore proroga di Opzione donna per la pensione anticipata rosa, risposte che tardano ad arrivare nonostante le sollecitazioni dei gruppi parlamentari e del presidente della commissione Lavoro e Previdenza sociale del Senato della Repubblica Maurizio Sacconi (Energie per l'Italia).
Pensioni, Uil: Governo insufficiente su riduzione disparità tra uomini e donne
La Uil per le lavoratrici, in vista della riunione con il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti e il consulente economico di Palazzo Chigi Marco Leonardi delegato dal premier Paolo Gentiloni a seguire il confronto sulla riforma pensioni, avanza una nuova proposta che prevede l'anticipo di un anno per l'uscita dal lavoro rispetto all'età effettiva in cui si raggiungono i requisiti per l'accesso alla pensione di anzianità per tutte le donne che abbiano avuto o adottato un figlio. "La proposta del governo per superare le disparità di genere che penalizzano le donne - ha dichiarato in una nota Domenico Proietti, segretario confederale Uil - è minimale e insufficiente perché - ha sottolineato -riguarderebbe un numero limitatissimo di lavoratrici".
I sindacati all'attacco della legge Fornero che crea problemi sul piano sociale
Secondo la Uil "bisogna introdurre - ha spiegato Proietti - una flessibilità nell’età di accesso alla pensione e migliorare - ha concluso il sindacalista - i trattamenti pensionistici". Ancora è tutta da giocare, quindi, la partita sulla seconda parte degli interventi sul fronte previdenziale.
Nelle ultime ore il dibattito non lascia intravedere margine per un'intesa tra le parti sociali e l'esecutivo. Annamaria Furlan e Susanna Camusso, rispettivamente leader di Cisl e Cgil, in vista dell'incontro di mercoledì 13 settembre con il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali sono tornati all'attacco della legge Monti-Fornero che continua ad avere pesanti ricadute sul piano sociale.