Le ultimissime novità al 9 settembre 2017 sulla riforma Pensioni e nello specifico sulle pensioni anticipate e sulle donne giungono dalla trasmissione Radio Anch'io andata in onda ieri mattina alle ore 8:30 e messa subito in rete dallo stesso Cesare Damiano che è intervenuto insieme ad Annamaria Furlan, segretario generale CISL ed Elsa Fornero, docente di economia. Il Presidente della Commissione lavoro della Camera e la Furlan hanno fatto presente che ancora molto resta da fare per arrivare ad un verbale condiviso da poter spendere nella prossime Ldb 2018 specie per le donne e tutti coloro che ambiscono all'uscita anticipata e allo stop dell'aspettativa di vita.

Damiano e Furlan ritengono che lo sconto contributivo per le donne con figli non possa dirsi una misura sufficiente, ma vada migliorata. Mentre per la Fornero sarebbe importante ambire alla vera parità di genere. Ecco quanto emerso dai tre interventi, che qui sotto riportiamo.

Pensioni anticipate e donne: il bonus non basta

Furlan ha sentenziato che le donne purtroppo oggi vanno in pensione più tardi rispetto al resto dell' Europa e dunque è importante provvedere su tale questione. Inoltre, ha aggiunto, al Governo abbiamo richiesto di rivedere il meccanismo dell'aspettativa di vita specie per coloro che fanno lavori più usuranti per i quali è più bassa. Dall'incontro col Governo non siamo ancora soddisfatti.

Vero è che la discussione è aperta e i bilanci si fanno alla fine, speriamo, ha aggiunto che il giorno 13 possano sciogliersi i nodi non risolti. La proposta sulle donne è potenzialmente interessante, ossia uno sconto di 6 mesi per figlio fino ad un massimo di 2 anni per quante accederanno all'ape sociale, ma la misura riguarderà solo 4/5 mila donne.

Sconto è penalizzante non solo per quante non hanno figl,i ma anche per quante non possano accedere all'ape sociale. Proponiamo un riconoscimento del lavoro economico e sociale della maternità, visto che in l'Italia facciamo pochi figli sarebbe importante dare valore sociale alla maternità. Noi abbiamo chiesto, ha continuato la Furlan, quante risorse intende stanziare il Governo, ma su questo punto non abbiamo ancora ottenuto risposte Quel che è certo è che Se sale adv sale l'età pensionabile, ma se scende non si riduce, dunque il meccanismo va rivisto.

Riforma pensioni e adv: stime errate, si può intervenire

Damiano interviene sulle risorse necessarie per rimodulare l'adv. Non si tratta di bloccare, come qualcuno ha paventato, per sempre e per tutti l'innalzamento dell'età pensionabile collegato all'aspettativa di vita, non occorrono 140 mld come ha detto Boeri, noi diciamo purtroppo, ha aggiunto Damiano nel corso della trasmissione, che vi è stato un inversione di rotta. Si vive meno a lungo, come dicono i demografi, se il meccanismo scende deve scendere anche l'età della pensione. 5 mesi vanno dunque corretti.

Opzione donna o bonus non necessari, Fornero pro parità di genere

Fornero asserisce toccando l'argomento dell'adv e dell'età pensionabile che in Italia non abbiamo un'età di pensionamento, non è vero che si va in pensione più tardi rispetto agli altri paesi europei, l'età effettiva di pensionamento in Italia è 63 anni.

Le persone, ha specificato, che hanno oggi 66 anni non si definiscono vecchie, ma stanche, conta la condizione professionale. La Pensione anticipata dipende dall'accumulo degli anni di servizio, coloro che hanno iniziato a lavorare presto, si pensi ai precoci, richiedono la pensione a 60/62 anni. Dunque non contano le regole generali che funzionano abbastanza, ma al più servono migliorie per i casi specifici. Gli italiani, dice piccata la Fornero, sul sistema pensionistico sono stati illusi per troppo tempo, la riforma in quel momento drammatico era fondamentale. Per Damiano invece manca la Gradualità, quel che è da contestare è l'aumento dei 6 anni in una notte. Ecco la ragione dell'opzione donna, della flessibilità e delle 8 salvaguardie e precoci, il legislatore, ha detto convinto Damiano, si è reso conto che l'innalzamento dell'età doveva associarsi a qualche misura sociale.

Per quanto concerne opzione donna è stata concessa l'ultima operazione a quelle che maturavano l' ultimo trimestre nel 2015 con una condizione del ricalcolo dell' assegno con contributivo. Con Od ci fermiamo al 31/12/2015 e all'attuazione della legge Maroni, ma i 2.5 mld richiesti per coprire il trimestre sono esagerati, bisogna dunque verificare se i risparmi ci sono e valutare se si può andare qualche mese dopo il 2015, visto che si tratta di una grande rinuncia per le donne con perdite del 30%. Fornero ritiene invece sia necessario optare per uguaglianza di opportunità anche nel mondo del lavoro, no sconti ma maggiori possibilità. Voi cosa ne pensate?