Il Presidente dell'Inps, Tito Boeri, nel corso di una lunga intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica ha espresso un giudizio netto e categorico sulla vera motivazione per cui si vuole attuare il blocco dell'età pensionabile. A suo giudizio il motivo è esclusivamente di matrice elettorale. Non solo, ma ha anche esplicitamente contestato l'attuale linea sindacale affermando che non si perseguono più gli obiettivi classici di protezione del potere d'acquisto dei salari dei lavoratori. Inoltre, mette in evidenza come questa miopia da parte della stragrande maggioranza della classe dirigente italiana possa incidere sulla timida ripresa economica che stiamo vivendo e farci tornare indietro ai giorni bui in cui lo spread sui titoli pubblici italiani era quasi fuori controllo.

I motivi della contrarietà di Boeri

Il Presidente Boeri ha messo in evidenza che per poter imporre uno stop all'adeguamento della età pensionabile alla speranza di vita sarà, comunque, necessario fare una riforma e quindi una legge che cristallizzi la cosa. Il pericolo che Boeri paventa è quello di una recrudescenza della crisi economica viste anche le forti tensioni internazionali che si stanno vivendo in questo momento. Per non parlare della riduzione programmata e annunciata del Qe da parte della BCE di Mario Draghi

Boeri ha anche dato una misura del rischio. Infatti ha fatto notare come un' aumento di un solo punto percentuale dello spread equivalga ad una spesa per interessi pari a 2 miliardi di euro, cioè esattamente cinque volte le risorse destinate all'abbassamento dei contributi sull'occupazione giovanile del prossimo anno.

Vanno anche considerati i problemi di pianificazione delle uscite dal lavoro che si creerebbero sia per i lavoratori stessi che per le imprese.

A pagare maggiormente, secondo il ragionamento di Boeri, sarebbero sopratutto i giovani. Infatti, le Pensioni attuali sono pagate da chi è lavorativamente attivo. E un mancato adeguamento dell'età pensionabile significa, in soldoni, pagare di tasca propria per quel periodo.

Inoltre, gli automatismi sono stati introdotti dal Legislatore per far ritornare il nostro sistema previdenziale su un percorso virtuoso di equilibrio. E sulla base di queste premesse in Europa ci è stata concessa maggiore flessibilità. Di conseguenza, cambiare ora le carte in tavola per mera opportunità politico - elettorale, conclude Boeri, sarebbe estremamente dannoso.

Infatti, da qui al 2040, se non si effettuasse l'adeguamento a 67 anni ora ma nel 2021, si avrebbero complessivamente 140 miliardi di maggiori costi per il sistema previdenziale.

La soluzione proposta da Boeri

Per Boeri, se si vuole veramente risolvere il problema alla radice, e riportare definitivamente il sistema previdenziale su un sentiero virtuoso, non servono stop interessati ma vere e proprie assunzioni. E annuncia un programma per circa 1700 nuove assunzioni di personale qualificato. I primi 1000 dovrebbero partire già a novembre 2017. Sono già state richieste le necessarie autorizzazioni. Successivamente, grazie ai risparmi ottenuti si potranno assumere circa altri 700 giovani.

Ma Boeri, nello stesso tempo, esorta i Sindacati a tornare a fare il loro lavoro difendendo il potere d'acquisto dei salari e a fare pressione sulla politica affinché adotti delle decisioni per incrementare la buona occupazione. Quindi, secondo Boeri, i Sindacati non dovrebbero, come sembra stiano facendo, andare dietro ai parlamentari facendo aumentare la spesa pensionistica.