L'ultimo incremento in ordine di tempo dovrebbe arrivare il prossimo primo gennaio 2019. Ma non si tratta certamente di una novità e probabilmente sarà seguito da una lunga serie, a meno che non si decida per un intervento di modifica che appare quanto mai poco probabile. Stiamo parlando della legge sull'adeguamento all'aspettativa di vita, una regola che è stata ideata inizialmente nell'ormai lontano 2009 e che ha subito una nuova modifica con la riforma del 2011. D'altra parte, se fino all'ultimo scatto l'aggiornamento è avvenuto ogni tre anni, a partire dal prossimo i criteri si aggiorneranno su base biennale.

Come funziona il provvedimento a livello amministrativo

Dal punto di vista pratico, a determinare il dato della speranza di vita è l'ISTAT attraverso un'indagine che prende in considerazione i dati raccolti dallo stesso istituto e con i quali crea gli indici demografici. Se le elaborazioni prevedono un aumento, il Governo è chiamato ad emettere un decreto direttoriale che ingloba il dato nei nuovi requisiti di pensionamento. Al contrario, in caso venga rilevata una diminuzione nell'aspettativa di vita i parametri di legge per la quiescenza restano invariati.