In vista della mobilitazione del 14 ottobre che vedrà impegnati ancora una volta le tre sigle confederali Cgil, Cisl e Uil, l'ex deputato del Partito Democratico Andrea Maestri torna sui temi delicati inerenti i lavoratori esodati e la proroga del regime sperimentale donna oltre al 31 dicembre 2018.
Andrea Maestri avanza le sue richieste
Dopo che il Governo Gentiloni avrebbe dimostrato poco interesse nel riprendere in mano i temi previdenziali rimasti ancora irrisolti, infatti, l'onorevole Maestri torna a discutere sulla proroga del regime sperimentale donna più volte lasciata nel dimenticatoio.
L'ipotesi, consisterebbe nel rendere strutturale la misura strettamente riservata alle lavoratrici visto che avranno la possibilità di anticipare l'uscita dopo aver maturato almeno 57 anni di età anagrafica e 35 anni di contributi effettivamente versati.
Una proposta che potrebbe effettuarsi dal punto di vista economico visto che l'assegno previdenziale andrebbe corrisposto secondo il metodo contributivo e ciò assicurerebbe alle casse statali notevoli risparmi. Qualora le lavoratrici accettassero l'uscita anticipata con l'Opzione Donna, infatti, sarebbero costrette ad accettare un ricalcolo contributivo che comporterebbe una decurtazione dell'assegno pari a 25-30 punti percentuali. Nella misura, inoltre, andrebbero incluse anche le lavoratrici nate nell'ultimo trimestre del 1957 e del 1958.
"E' evidente che se il Governo non intende rimettere in discussione la decisione presa di interrompere la sperimentazione è una scelta tutta politica e non economica", ha spiegato Maestri.
Intervenire anche sugli esodati
Sempre secondo lo stesso deputato di Possibile, inoltre, il Governo Gentiloni dovrebbe intervenire anche sul delicato tema degli esodati.
Nonostante le otto misure di salvaguardia approvate finora, infatti, restano ancora circa 5000- 6000 lavoratori da tutelare. Per questo motivo Andrea Maestri si vede costretto a chiedere un nuovo provvedimento che possa garantire una copertura previdenziale ai lavoratori rimasti esclusi dalle precedenti clausole di salvaguardia.
"Un'ulteriore salvaguardia, in sostanza, sanerebbe una discriminazione nel diritto", ha proseguito ancora il membro della Commissione Lavoro alla Camera. Intanto, l'esecutivo sta tuttora lavorando sugli altri argomenti da inserire nella Legge di Stabilità 2018 ma rimane l'interrogativo se intenderà prendere in considerazioni le richieste avanzate dal Partito Possibile.