Continua a tenere banco in maniera incessante l'argomento della riforma Pensioni 2017 con Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro alla Camera, che va decisamente contro il pensiero di Tito Boeri, presidente dell'Inps. Dopo le ultime novità da parte della Uil per quanto riguarda le notevoli risorse messe a disposizione ma rimaste inutilizzate che vanno a incrementare la spesa, si torna a parlare inevitabilmente dell'incremento dell'età pensionabile causato dal meccanismo dell'aspettativa di vita, tematica che da diverso tempo ormai suscita tantissime polemiche.
Riforma pensioni: Cesare Damiano non ci sta
Il presidente della Commissione Lavoro alla Camera ha spiegato di non essere d'accordo con Tito Boeri sulla bontà degli automatismi pensionistici. Questo perché se tale meccanismo verrà confermato, se oggi si superano i 66 anni per accedere alla pensione, per i giovani che dovranno ottenerla intorno alla metà di questo secolo, la soglia minima sarà fissata ai 70 anni di età. Per Damiano, quindi, che continua a sostenere che non è possibile aumentare l'età per l'uscita dal lavoro, il problema non sarebbe quello di bloccare questo meccanismo, ma fare i conti con due elementi nuovi.
Riforma pensioni: due principali elementi da considerare per Cesare Damiano
Il primo sarebbe l'introduzione dell'APe social, che fissa l'età pensionistica a partire dai 63 anni. Di conseguenza, è una contraddizione anticipare il pensionamento di 3 anni e 7 mesi da una parte, mentre dall'altra aumentarlo di 5 mesi nel 2019. L'errore per Damiano sarebbe stato quello di dare per scontato che gli italiani siano i più longevi assieme ai giapponesi.
In realtà, la statistica non sta mostrando ciò e quindi è necessario fare qualche considerazione sociale.
Il secondo importante elemento da tenere in considerazione è che l'aspettativa di vita non sta aumentando più in maniera lineare e per la prima volta, nel 2015, è diminuita. E stando agli ultimi calcoli anche nel 2017 si verificherà tutto ciò.
Cesare Damiano da una parte, Tito Boeri dall'altra: il destino dei lavoratori al centro di due fuochi. Non ci resta che attendere novità a riguardo.
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