Se da una parte c’è la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli che parla di come gli strumenti digitali rappresentino uno indispensabile investimento nel mondo della scuola, proprio perché aprono nuove vie, dall’altra parte molti educatori ed insegnanti sentono l’esigenza di insegnare appunto a tutta la generazione dei nativi digitali come si tiene una penna in mano e l’uso del corsivo.

La scrittura messa da parte a discapito dei PC: un cambio di rotta viene dal Molise

Dunque in un epoca in cui la carta e la penna sono pressoché quasi sostituiti dalle tastiere di pc, tablet e smartphone, alcuni istituiti scolastici già dallo scorso mese stanno organizzando dei corsi ad hoc per docenti che sono chiamati a trasmettere ai ragazzi la funzione dello scrivere con la penna.

L’iniziativa è partita da una scuola di Campobasso, la 'Igino Petrone' presa ad esempio nazionale che sta collaborando con la 'Stabilo', azienda specializzata nella produzione di mezzi grafici.. L’obiettivo è quello di procedere ad un recupero di una fondamentale manualità messa in crisi dai PC e smatphone.

Irene Bertoglio, grafologa e Giuseppe Rescaldina, psicologo, autori di un libro da poco uscito in libreria spiegano di come scrivere a mano faccia bene alla mente. Ecco perché i bambini già a 3 devono cominciare a giocare con la matita, imparando cosi già a 5 anni a scrivere, cosi’ che da adulti non smettano mai completamente di farlo. Si tratta di un’attitudine oggi quanto mai difficile da recuperare dato che con l'utilizzo dei mezzi multimediali spesso ci si scorda a scrivere, e ciò determina una maggiore difficoltà nella produzione del pensiero’.

Scrivere bene equivale a pensare bene…

Lo stesso Giuseppe Rescaldina spiega infatti che i bambini che usano la tastiera attivano solo la parte sinistra dell’encefalo. Mentre scrivere con la penna permette l’attivazione dell’emisfero sinistro, la corteccia parietale posteriore, la zona frontale inferiore. L’attivazione di tali aree costituisce una tappa importante dello sviluppo del bimbo.

Recuperare il senso del linguaggio non verbale ovvero la scrittura favorisce la memorizzazione e stimola l’attenzione. Scrivere in corsivo obbliga poi a non staccare la mano dal foglio e quindi influisce positivamente sul pensiero logico-lineare, permettendo di associare le idee in modo sequenziale. Tutto ciò permette la maturazione di abilità complesse (aumenta la capacità di lettura), stimola la creatività e favorisce la fiducia in se stessi.

I bambini che non si abituano allo stampatello hanno dunque un’attività neuronale più sviluppata rispetto agli altri dipendenti dalle tastiere, ma anche sono più estroversi. Ecco quindi che il corsivo in quanto genere di scrittura va recuperata a discapito della scrittura in stampatello. Il corso organizzato dall'Istituto comprensivo 'Igino Petrone' di Campobasso insegna quindi una corretta impugnatura della penna, per valorizzare l'acquisizione di strumentalità fondamentali e la fluidità nel movimento. Un gesto, dunque, apparentemente naturale che però è ora più che mai fondamentale per i nativi digitali. Se volete rimanere aggiornati con tali approfondimenti , cliccate il tasto "segui" che trovate in altro a sinistra