Dal Governo arriva una proposta di riforma in 7 punti per un impiego totale di risorse stimato attorno ai 300 milioni di euro. È questa la notizia principale con la quale si apre la rassegna sul comparto previdenziale di oggi 14 novembre. Il piano in arrivo dell'esecutivo punta ad aprire parzialmente alle richieste dei sindacati, cercando al contempo di tenere in essere il meccanismo di adeguamento all'aspettativa di vita. Difficile però capire se sarà sufficiente ad accontentare le parti sociali, anche considerando che dalle dichiarazioni rilasciate dopo il nuovo incontro traspare insoddisfazione.

Nel frattempo il tavolo tecnico - politico che doveva concludersi nella serata di ieri è destinato a proseguire, visto che si è parlato di un nuovo round fissato per il prossimo sabato. Vediamo insieme tutti i dettagli riguardo le ultime vicende appena citate nel nostro consueto articolo di approfondimento sulle Pensioni pubbliche.

Pensioni e tavolo tecnico: la nuova proposta del Governo per 300 milioni di euro

Come già anticipato, dal confronto tra esecutivo e parti sociali non è arrivato l'atteso accordo, ma si è verificato al contrario un nuovo prolungamento della discussione. La conclusione della vicenda è quindi rimandata al prossimo sabato a Palazzo Chigi, quando le parti si incontreranno alle ore 10:00.

Nel frattempo, si cercherà di trovare la quadra rispetto all'ultimo dossier disponibile. A presentare il nuovo pacchetto di proposte è stato lo stesso Premier Paolo Gentiloni, per il quale sono stati avanzati interventi definiti come "innovativi rispetto al punto di partenza". Il piano di correzione si articola in sette punti e prevede rispettivamente:

  • l'esenzione dello scatto relativo all'aspettativa di vita per le 15 categorie di lavoratori che svolgono attività gravosa;
  • l'istituzione di un'apposita commissione di studio;
  • la revisione del sistema di calcolo dell'AdV;
  • il potenziamento della previdenza integrativa,
  • il potenziamento del fondo di integrazione salariale;
  • l'impiego delle risorse non utilizzate per l'APE nel prossimo anno;
  • il riutilizzo delle risorse non utilizzate per i precoci per il 2018.

Il prossimo sabato l'esecutivo fornirà alla piattaforma unitaria (formata da Cgil, Cisl e Uil) la documentazione utile per verificare i correttivi annunciati.

Per la Cgil le risposte sulla previdenza restano insufficienti

Stante la situazione appena descritta, la pronta risposta dei sindacati non si è fatta attendere. La Segretaria Confederale della Cgil Susanna Camusso esprime infatti una posizione critica in merito al tema dell'aspettativa di vita, ricordando che le 15 categorie di tutela presenti nel pacchetto governativo risultano "ampiamente insufficienti perché aprono problemi di cambiamento del meccanismo previdenziale".

Ma anche sugli altri punti, per la sindacalista "le distanze sono ancora molto significative e le proposte fatte oggi non delineano una facile soluzione dei problemi affrontati". Per questo motivo, appare difficile che entro sabato si possa avere risposta su tutti i punti avanzati dalle parti sociali.

Da Uil e Cisl si parla di discussione complessa e articolata

Il leader della Uil Carmelo Barbagallo evidenzia come le risposte fin qui ricevute dal Governo siano tutt'ora insufficienti, pertanto il lavoro prosegue fino al prossimo sabato, quando si effettuerà una verifica finale sul rispetto dell'accordo riguardante la Fase 2. A tal proposito, il sindacalista ha evidenziato che "bisogna far maturare ulteriori risposte".

Per la Segretaria Generale della Cisl Annamaria Furlan il pacchetto di proposte avanzate dall'esecutivo possiede "alcune cose molto buone e coerenti rispetto a quanto avevamo chiesto" mentre "altre devono essere corrette o mancano". Sull'aspettativa di vita la sindacalista sottolinea l'importanza di aver deciso la costituzione di una Commissione tecnica formata anche dalle sigle sindacali, ma sussiste "il problema delle platee".

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