Il Governo Gentiloni spacca i sindacati al confronto sulla fase due della riforma Pensioni. Non si è concluso con la sottoscrizione di un accordo, perché l'esecutivo non l'ha chiesto, l'incontro di oggi tra l'esecutivo e i leader dei sindacati. Il governo fa saper di aver messo sul piatto 300 milioni di euro da destinare alle misure per la previdenza nella legge di Bilancio 2018. Misure per bloccare l'aumento dell'età pensionabile ad alcune categorie di lavoratori e non meglio specificati provvedimenti per il futuro pensionistico di giovani e donne, molte delle quali continuano a reclamare con forza la proroga di Opzione donna come prevedono peraltro diversi emendamenti alla manovra di bilancio già presentati a Palazzo Madama.
Trecento milioni di euro che in realtà sarebbero solo 65, secondo i conti del leader della Cgil, Susanna Camusso, che ha confermato la mobilitazione il 2 dicembre prossimo.
Pensioni, le novità dal Governo Gentiloni e le reazioni dei sindacati
Sottolineando che, come specificato nel testo dell'esecutivo, sono quindici le categorie di lavoratori che svolgono mansioni gravose che saranno esentati dall'innalzamento dei requisiti anagrafici per l'accesso al trattamento previdenziale così come previsto dalla legge Fornero, il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti, ha spiegato che nel documento illustrato dal governo c'è "una dichiarazione di mantenere aperta - ha detto il ministro Poletti nel corso della conferenza stampa a Palazzo Chigi dopo l'incontro di oggi con i leader di Cgil, Cisl e Uil - la riflessione sulla situazione previdenziale dei giovani e - ha sottolineato - sulla tematica delle donne".
A proposito di quella che definisce la "tematica delle donne" da parte del ministro del Lavoro non arrivano risposte sulle proposte e gli emendamenti per la proroga o la stabilizzazione del regime sperimentale di Opzione donna. Poletti rivendica l'importanza del lavoro svolto sia dal governo Renzi che dal governo Gentiloni sulla riforma pensioni.
"Abbiamo fatto - ha detto - un lavoro importante". La questione previdenziale rimane però ancora al centro dell'agenda politica. Il "tema della previdenza - ha sottolineato l'esponente del governo - ha assunto una giusta dimensione".
Cisl e Uil riconoscono gli sforzi, la Cgil organizza la mobilitazione
Se la Cisl di Annamaria Furlan e la Uil di Carmelo Barbagallo riconoscono i passi avanti fatti dal governo sulla questione previdenziale, la Cgil di Susanna Camusso è già pronta alla mobilitazione per il 2 dicembre puntando a modifiche nel corso dell'esame parlamentare della legge di Bilancio 2018.
"Il Parlamento - ha detto oggi Susanna Camusso dopo l'incontro con il governo - può ampiamente migliorare e intervenire". Dunque il sindacato rosso spera che la situazione si possa correggere con gli emendamenti che saranno presentati dai gruppi parlamentari, alcuni dei quali riguardano, come detto, la proroga di Opzione donna ma anche l'estensione della Quota 41 per tutti i lavoratori precoci. "Non si tratta - ha detto il segretario generale della Cgil - solo di difendere il tema previdenziali, ma di misurare le coerenze - ha sottolineato - tra impegni e misure presentate". Quindi si va avanti con la protesta contro il governo per sollecitare modifiche alla legge Fornero. "Per questo - ha concluso la Camusso - è utile la mobilitazione".