Le dichiarazioni dell'On.Anna Giacobbe PD rilasciate esattamente il 28 Novembre dello scorso anno relative alla Riforma pensioni 2017 sono assolutamente calzanti anche oggi. Il Governo, infatti, si è mosso nella direzione indicata continuando nel lavoro di breccia alla Fornero intrapreso lo scorso anno. Passi avanti si sono compiuti ma molto resta ancora da fare, vi riproponiamo le dichiarazioni di Anna Giacobbe.
Anna Giacobbe: ecco cosa è cambiato nel 2017
L'onorevole sostiene che una parte importante della LdB 2017 sia servita per cambiare in meglio le regole per poter accedere alla pensione e poter aumentare il valore delle quiescenze più basse Questo, sostiene, si è reso possibile grazie alla costanza ed alla convinzione che qualcosa rispetto alla Fornero potesse cambiare, soprattutto la Commissione Lavoro della Camera, spiega, ha continuato a dimostrare che si sarebbe dovuto e potuto tornare a parlare della ''Fornero'', per modificarla.
E cosi in parte è stato. La Giacobbe, si dice soddisfatta: La trattativa tra Governo e sindacati dei lavoratori e dei pensionati, durata molti mesi, ha prodotto comunque un buon risultato. Ossia ha permesso di giungere all'accordo su cui si basa tanta parte della legge di bilancio sulle Pensioni. La stessa onorevole Pd sa che ancora molto resta da fare, ma orgogliosa di quanto fin qui raggiunto ci tiene a sottolineare che: "è la prima volta, dopo nove anni, che alle pensioni e alle casse della previdenza arrivano delle risorse, e non il contrario".
Riforma pensioni, Giacobbe: dal 2017 maggiore equità
La legge di bilancio e le modifiche previdenziali apportate, sostiene, vanno a favore, per il momento delle classi più deboli, e porta un po’ di equità e di giustizia.
Lascia aperti molti problemi, dice consapevole e critica, e al momento, nonostante i passi avanti fatti non ha sciolto i nodi di fondo di un sistema che garantisce nel tempo la propria sostenibilità economica, ma pecca nella garanzia della “sostenibilità sociale”, quella che ricercano da tempo i cittadini. La legge di Bilancio 2018 non sarà la panacea dei problemi di tutti i cittadini, alcuni, i più bisognosi troveranno attraverso le nuove norme una soluzione ai loro problemi, altri sicuramente, dice certa, sono rimasti profondamente delusi dall'operato del Governo.
Al momento si è aperta una piccola finestrella, dice l'onorevole, su una modifica del sistema previdenziale, poi nel prossimo futuro gli accordi prevedono che la discussione proceda e si risolvano gli altri nodi critici rimasti incompiuti.
Ecco le modifiche apportate per esodati, od e precoci
- Per gli esodati, scrive: "lo spostamento dal 31.12.2012 al 31.12.2014, per i lavoratori in mobilità, della data entro cui dovevano essere cessati dall'attività lavorativa, ci permette di salvaguardare un numero molto maggiore di persone" Poi, certo, specifica, restano saldi altri “paletti” che non sono giustificabili a cui si cercherà nel tempo di trovare una soluzione.
- Opzione donna dovrebbero essere rimasti risparmi, rispetto alle risorse messe a disposizione e queste non dovranno essere destinate ad altro, dal momento che le donne sono quelle che hanno accusato maggiormente l'incremento dell'età anagrafica che le ha allontanate dal raggiungimento delle pensioni, con quali soluzioni si procederà si vedrà. Quel che è bene ricordare è che nessuno ha mai promesso che l'opzione donna sarebbe stata un'opportunità prorogabile per un tempo lungo, sapevamo, dice, che non sarebbe stato possibile. Ma quello che si risparmierà non potrà essere perso, nelle “pieghe” dei bilanci dello stato, aggiunge fiduciosa. Uno dei limiti grossi non aver permesso proprio alle donne di opzione donna di poter cumulare gratuitamente i contributi versati nella gestione separata con gli altri versati nei fondi pubblici, un punto, rassicura, su cui certamente si tornerà.
- Per i lavoratori precoci, purtroppo sebbene sia chiaro a tutti che debba bastare aver lavorato 41 anni della propria vita non è stato possibile permettere a tutti, indistintamente, di andare in pensione con la quota 41, questo sarà possibile però per chi ha perso il lavoro, chi ha una invalidità alta, chi è caregiver di un parente con disabilità grave, o chi fa un lavoro gravoso o rischioso. Obiettivo non raggiunto in toto, ma un passo avanti fatto, conclude.
- Le donne, ad oggi, che hanno scarsi contributi versati e carriere discontinue restano quelle maggiormente penalizzate
Limiti sì, conclude l'onorevole, ma l'avere rotto il tabù di una manovra sulla previdenza, quella del 2011, che mostra tutti i suoi limiti è un risultato importante.