L'argomento della riforma Pensioni 2017 continua a portarsi dietro numerose polemiche. In rilievo soprattutto la questione legata all'incremento dell'età pensionabile a causa della speranza di vita, ed è stato Cesare Damiano nei giorni scorsi a spiegare il suo punto di vista e tutte le debolezze di questo provvedimento. Nel frattempo, però, nelle prossime ore ci dovrebbe essere un nuovo vertice tra il Governo e i sindacati proprio nel tentativo di trovare un accordo su questo intricato argomento.

Riforma pensioni: dall'incontro tra Governo e sindacati potrebbero venire fuori diverse modifiche

L'obiettivo dei sindacati sarebbe quello di rivedere tale meccanismo che dal 2019 in poi porterebbe i lavoratori a poter uscire dal mondo del lavoro soltanto a 67 anni, con cinque mesi in più rispetto al traguardo attuale. Quello odierno, però, come si legge sul sito Pensionioggi.it, sarà un incontro tecnico per discutere sulla riforma pensioni 2017, in attesa di quello più "politico" del prossimo 13 novembre. La priorità, quindi, come abbiamo già detto, sarà tutta rivolta allo scatto a 67 anni per andare in pensione: i sindacati vorrebbero sospendere questo provvedimento, almeno per la platea delle undici categorie di lavori gravosi di cui vi abbiamo parlato nei giorni scorsi.

In più si mira ad ampliare tali platee, nel tentativo di coinvolgere anche ulteriori categorie di lavoratori in difficoltà. Quest'ultima opzione appare al momento complicata, soprattutto per i tempi a disposizione. Individuare tali categorie, infatti, richiederebbe troppo tempo e non a casa anche lo stesso Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro alla Camera, preferirebbe optare per il rinvio della decisione almeno al prossimo giugno 2018.

Riforma pensioni: si parlerà anche della 'Fase Due'?

Ulteriori obiettivi da parte dei sindacati riguardano la riapertura dei discorsi sulla cosiddetta fase due della riforma pensioni 2017: si vorrebbe l'introduzione di uno strumento in grado di costruire delle pensioni che siano dignitose soprattutto per i giovani che svolgono lavori precari, una maggiore flessibilità per quanto concerne il sistema contributivo, l'adeguamento delle pensioni attive e un ridimensionamento dei requisiti necessari per accedere al pensionamento da parte di donne con figli o che svolgono lavori di cura.

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