L'inizio della settimana porta alla riapertura del confronto sindacale sulle pensioni attraverso un tavolo tecnico che per stessa ammissione delle parti si dovrà sviluppare in un lasso di tempo molto stretto. Nel frattempo il tema dell'adeguamento all'aspettativa di vita continua ad essere anche al centro del dibattito parlamentare, con nuove prese di posizione in arrivo dalla Commissione lavoro della Camera. Facciamo insieme il punto della situazione al riguardo nel nostro nuovo articolo di approfondimento.
Pensioni e aspettativa di vita: oggi inizia la settimana chiave con l'apertura del tavolo tecnico
Inizierà questa mattina alle ore 12.00 il nuovo tavolo tecnico di confronto tra Governo e sindacati, che dovrà chiudersi tassativamente entro il prossimo 13/11. L'appuntamento è molto atteso perché dall'esito dipenderanno le eventuali deroghe riguardanti l'applicazione dell'aspettativa di vita alla data di pensionamento a partire dal prossimo primo gennaio 2019. L'incremento calcolato dall'Istat corrisponde a cinque mensilità aggiuntive, che dovranno essere maturate sia per la pensione di vecchiaia che per quella anticipata (in precedenza detta "di anzianità"). La proposta dell'esecutivo riguarda alcuni correttivi destinati a chi svolge attività gravose o usuranti, mentre sembra restare senza possibilità di sbocco un'eventuale sospensione generalizzata della misura.
Lo scontro più acceso sarà quindi nel merito. Tra le categorie che potrebbero rientrare nella nuova area di esenzione, negli scorsi giorni sono emerse, ad esempio, le maestre d'asilo e di scuola materna, gli infermiere e le ostetriche che lavorano di notte, i macchinisti, i camionisti, i muratori e i badanti di persone non autosufficienti.
Ma resta difficile individuare dei criteri di scelta che possano davvero essere percepiti come equi da tutti i lavoratori.
Le richieste di intervento in arrivo dai sindacati
Per i sindacati il problema va invece affrontato in modo più ampio. Non solo riguardo l'aspettativa di vita: la leader della Cgil Susanna Camusso ha infatti ricordato che le tematiche siglate nella Fase 2 del verbale di accordo risalente allo scorso settembre 2016 erano numerose.
Mentre l'approccio assunto finora dal Governo fa emergere un atteggiamento pessimista da parte della sindacalista in merito a quanto sarà possibile fare con il nuovo confronto. Sul punto è intervenuto anche il Segretario confederale della Uil Domenico Proietti, spiegando che "i soldi ci sono: sulle Pensioni lo Stato continua a fare cassa. Ci sono almeno 5,5 miliardi di fondi inutilizzati che sono spariti, ovvero ritornati in capo al Mef". Il riferimento va ai fondi stanziati per gli esodati, per i lavori usuranti e per il lavoro di cura, oltre che per i risparmi sull'allungamento dell'età pensionabile delle donne".
Dalla Camera l'apertura del Governo è considerata come positiva ma non ancora sufficiente
Nel frattempo anche dalla Camera dei Deputati arriva una nuova presa di posizione. A parlare è il Presidente della Commissione lavoro Cesare Damiano, che ha giudicato "interessante" la nuova apertura del Governo sulla previdenza, seppure al momento quest'ultima non risulti "ancora sufficiente". Secondo il Parlamentare, le questioni ancora da verificare sono due: la prima riguarda la "revisione del meccanismo di calcolo". La seconda tocca invece "le platee da esentare all'innalzamento". A tal proposito, è però necessario "finirla con la favola dell’aspettativa di vita che cresce all'infinito: questo, purtroppo, non è avvenuto nel 2015 e sarà ancora peggio nel 2017" ha puntualizzato l'esponente democratico.
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