L'ISTAT comunica i dati relativi all'indagine sulle condizioni di vita dei pensionati (riferita agli anni 2015 - 2016), dalla quale emergono le ultime tendenze di comparto. Secondo quanto comunicato dell'Istituto di ricerca, per oltre 3 milioni di famiglie i redditi da pensione rappresentano l'unica fonte di entrata e di sostentamento. A livello complessivo, è diminuito il numero dei percettori di un assegno da parte dell'Inps, ma al contempo è salito il reddito complessivo. Nel corso del 2016 i beneficiari di un assegno previdenziale pubblico sono stati infatti poco più di 16 milioni, per un reddito medio di 17580 euro contro i 17323 euro del 2015.
Nel corso di 12 mesi il numero complessivo di pensionati è però sceso di circa 115mila unità. Da notare il cambio nel processo di sostituzioni dei cessati rispetto ai nuovi ingressi: quest'ultimi percepiscono in media emolumenti meno pesanti dei primi, sebbene nel conteggio vada considerato che al trascorrere degli anni è possibile il verificarsi del cumulo di più assegni (come nel caso della reversibilità).
Come cambia il numero dei pensionati sulla base delle tipologie di assegni
Secondo il dossier redatto dall'ente di ricerca statistica diminuisce il numero dei percettori in tutte le principali tipologie di gestioni, con l'eccezione degli assegni sociali e delle Pensioni d'invalidità. La decrescita più accentuata si è registrata però tra i cosiddetti assegni di vecchiaia (che hanno fatto segnare -94000 erogazione).
Da notare inoltre il divario legato all'impatto di genere, che non accenna a diminuire. Le donne possiedono infatti assegni inferiori rispetto a quelli percepiti dagli uomini. Sono oltre il 50% coloro che hanno pensioni medie annue più basse di circa 6mila euro rispetto alla controparte maschile.
Le pensioni restano un baluardo contro il disagio economico
Resta il fatto che gli assegni previdenziali non compongono solo una parte importante del welfare pubblico, ma agiscono anche come vero e proprio argine contro il verificarsi di situazioni di disagio sociale. A spiegarlo è la stessa ISTAT, che sottolinea come l'assegno in arrivo per l'Inps rappresenti uno strumento di protezione: nel corso del 2015 i pensionati a rischio di povertà sono stati il 16,5% delle famiglie, contro il 24,2% di quelle che non percepiscono assegni Inps.
Il rischio però tende ad accentuarsi fra coloro che vivono soli, oppure tra i genitori single che hanno a carico un figlio. Si dimostra invece in decrescita il fenomeno di coloro che continuano a lavorare pur percependo un assegno previdenziale. Rispetto al 2011, si tratta di oltre 400mila persone in meno, per una riduzione percentuale di oltre il 15%.
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