La riforma Pensioni del 2011 è costata cara a gran parte dei pensionandi. Non solo sacrifici e frustrazione, s'intende: in termini economici, la perdita è stata notevole. Ma a quanto pare i benefici superano i costi; per lo Stato, almeno. Insomma, la legge Fornero è tutt'ora tra i più solidi argini del debito pubblico. A partire dalla sua entrata in vigore, i risparmi si sono attestati intorno ai 20 miliardi di euro annui (350 in totale), senza contare il ruolo di garanzia per gli investitori che frutta all'Erario non meno di 400 miliardi. E in Europa?
Anche Bruxelles ci tiene d'occhio, memore delle ingenti risorse non ancora rimesse.
Pensioni: un tema di rilevanza (inter)nazionale
Cui bono?, domanderebbe allora il Saggio latino. La risposta è: un po' tutti. A renderlo noto i rapporti e le proiezioni della Commissione Ue, che collocano al primo posto la sostenibilità della spesa previdenziale. Lo stesso Pierre Moscovici, Commissario Ue agli Affari Economici e Monetari, mette in guardia dagli esiti del voto, salvo poi precisare che "possiamo avere fiducia nella ripresa dell'Italia" e che "il debito pubblico comincia a scendere". La frecciata in premessa è all'indirizzo di Lega e 5 Stelle, fautori, tra le altre cose, della proposta di abolizione della legge Fornero.
Forza Italia di Silvio Berlusconi è meno drastica: "L'innalzamento dell'età pensionabile va mantenuto", ha dichiarato il Cavaliere a Porta a Porta. Tornando in Europa, l'invito è ad attenersi alle riforme varate finora, siano esse sulle pensioni o su materie più circoscritte.
Quanto costa abolirla?
La domanda è una sola: cosa succederebbe, se una delle forze politiche anti-Fornero andasse al Governo e provasse a mettere mano alla riforma delle pensioni?
Probabilmente non quello che ci aspetteremmo. I costi di smaltimento della vecchia riforma sarebbero spropositati: si parla di 280 miliardi di risorse compensative, cifra che incorpora gli 11 miliardi spesi per le otto salvaguardie a favore dei cosiddetti esodati. È così che, dati alla mano, qualcuno farebbe (forse) marcia indietro.
Ma se la legge venisse realmente abrogata? In quel caso le perdite supererebbero i 20 miliardi, e da qui al 2023 il risultato sarebbe pari al quintuplo. L'esortazione finale è la stessa rivolta dal Presidente della Repubblica l'ultimo dell'anno: d'ora in poi, nei programmi elettorali, proposte adeguate, realistiche e concrete.