Arrivano novità sulle Pensioni anticipate con quota 100 e con quota 41 per i lavoratori precoci dall'intervsta concessa da Luigi Di Maio, candidato premier del M5S, a Lilli Gruber durante il programma "Otto e Mezzo". Oltre alle candidature del Movimento 5 Stelle per le elezioni politiche del 4 marzo 2018, si è a lungo parlato della riforma delle pensioni anticipate, dell'aumento dell'età necessaria per l'uscita con la pensione di vecchiaia del 2019 e delle possibili coperture occorrenti ad arginare la riforma delle pensioni della Fornero. Nel dettaglio, dato l'adeguamento delle pensioni dovuto alla crescente aspettativa di vita, l'argomento di discussione in trasmissione è stata l'età alla quale fissare l'uscita pensionabile dei contribuenti.
Pensione anticipata e pensioni di vecchiaia 2018: la quota 41 precoci e quota 100
Di Maio ha ribadito di voler superare la riforma Fornero che aumenta età o requisiti occorrenti per le pensioni anticipate e per la pensione di vecchiaia. Le due opzioni della riforma delle pensioni del M5S saranno la quota 41, limite usato già per i lavoratori precoci e la quota 100. Il che vuol dire che se un contribuente ha lavorato per 41 anni deve andare in pensione o, in alternativa, la somma tra l'età anagrafica e gli anni di contributi non deve superare quota 100. In altre parole, nel programma delle pensioni del M5S, si cercherà di legare l'uscita per la pensione anticipata agli anni spesi sul lavoro, ma anche all'età anagrafica.
Con questo sistema non si assisterà più ad operai edili che lavorano a 40 metri di altezza all'età di 67 anni, come impone la riforma Fornero. Di certo, secondo quanto spiegato da Di Maio, la questione delle categorie dei lavori usuranti è stata già affrontata per la riforma delle pensioni del 2018, ma all'appello mancherebbero varie categorie di attività finora escluse.
Ultime novità oggi pensioni anticipate: quale uscita per il 2018?
Quanto costerebbe la riforma delle pensioni anticipate e delle pensioni di vecchiaia con quota 41 e quota 100 proposta dal Movimento 5 Stelle? I grillini calcolano una spesa per le casse del Governo di circa undici miliardi di euro, mentre gli esperti dell'economia e della finanza che stanno conteggiando le misure dei programmi di tutti i partiti stimano una spesa per le pensioni tra i 20 ed i 25 miliardi di euro.
Sulle coperture delle pensioni Di Maio ha spiegato che il programma del M5S non prevede di rimettersi a lavoro sulla spending review, ma si prenderanno in esame i modelli di risparmio della spesa già elaborati da Cottarelli e Bondi.
Dai piani di spending review si può estrapolare quanto di utile sia stato già programmato per arrivare a tagliare i primi 30 miliardi di euro tra le partecipate inutili e incentivi fiscali non produttivi (questi ultimi sono calcolati in 16 miliardi). In più, oltre alla spending review, il M5S propone di fare investimenti ad alto moltiplicatore in deficit, anche per le pensioni, allo stesso modo in cui hanno già operato, in passato, la Spagna e la Francia. Sul finanziamento in deficit, si potrà arrivare a sforare anche il 3% del rapporto deficit/Pil, ma solo se non si dovessero recuperare le risorse necessarie dalla spending review.