Uno dei temi più dibattuti ed attuali nel nostro Paese, ma anche a livello europeo, riguarda il lavoro. Indubbiamente, il fenomeno della disoccupazione esercita una certa influenza sui cittadini, nel momento in cui saranno chiamati ad esprimere le loro preferenze durante le elezioni politiche. Si sente spesso parlare di dati e cifre che rappresentano più o meno il numero dei disoccupati in Italia ma, analizzando in maniera approfondita questi rilevamenti statistici, sembra che qualcosa non quadri.

Secondo l'Istat, lo scorso settembre, il tasso di disoccupazione si attestava all'11,1%.

Confrontando questa percentuale con quella dell'anno precedente si nota un miglioramento, infatti la percentuale del 2016 era pari all'11.8%. Ciò nonostante, se si confronta il nostro Paese con gli altri Stati europei, emerge come la disoccupazione resti comunque piuttosto diffusa.

Metodo di calcolo

Premettendo che vengono considerate disoccupate anche le persone che abbiano lavorato almeno un'ora nella settimana presa in esame, per classificare i soggetti disoccupati, questi devono rientrare in specifiche condizioni: avere un'età tra i 15 e i 74 anni; non essere occupati nemmeno per quella singola ora prima descritta; dare disponibilità di lavoro per un'offerta nelle prossime due settimane; aver cercato attivamente un'occupazione quattro settimane prima rispetto al periodo di riferimento dell'analisi.

Pertanto, sorge il dubbio che una rilevazione così eseguita sia, in realtà, sottostimata, e che quindi il livello di disoccupazione sia più alto di quanto dichiarato. Ad esempio, se si prendono in esame anche i flussi migratori dall'Italia verso l'estero, si intuisce che la condizione di disagio e di sofferenza non sia affatto diminuita.

È stato riscontrato, infatti, un incremento del 15,4% delle iscrizioni all'Aire (Anagrafe degli italiani residenti all'estero), percentuale che indica un ampio numero di partenze verso l'estero da quasi tutte le regioni d'Italia.

Basandosi su queste considerazioni, risulta piuttosto chiaro che ci sia qualcosa che non quadri nei dati sulla disoccupazione.

Infatti la Banca Centrale Europea ha deciso di approfondire ulteriormente la questione, approntando un'analisi ad hoc per quanto concerne i numeri relativi all'ultimo trimestre del 2016.

Analisi da parte della Banca Centrale Europea

La BCE, quindi, ha ricalcolato i dati precedentemente analizzati, prendendo in considerazione non solo le quote dei disoccupati già inseriti nella statistica, ma anche altre due classi di soggetti: coloro che sono senza lavoro (anche se non rientrano nel parametro inerente la singola ora lavorativa settimanale), e chi non ha cercato un lavoro nelle settimane che hanno preceduto l'indagine. A costoro sono stati aggiunti anche gli occupati part-time che, però, aspirano a trovare un lavoro a tempo pieno.

Il risultato finale ottenuto dalla BCE mette in evidenza cifre più significative riguardanti la mancanza di lavoro nel nostro Paese. Infatti, con dati più completi alla mano, il tasso di disoccupazione e di sottoccupazione risulta ben più alto del precedente, arrivando al 18%. Inoltre gli esiti di questo nuovo studio dimostrano anche che l'intero mercato europeo, ad eccezione di piccole opportunità che arrivano dalla Germania, è in netta difficoltà nell'offrire concrete condizioni lavorative.