Da una parte c’è chi promette di abolirla, dall’altra chi propone di non toccarla: la riforma Pensioni targata Fornero continua così a surriscaldare il clima del confronto in campagna elettorale verso le elezioni politiche del 4 marzo prossimo quando gli italiani saranno chiamati a votare per eleggere il nuovo Parlamento che dovrà poi accordare la fiducia al nuovo Governo. Il candidato premier della Lega ha detto oggi, intervenendo a Palermo, che la cancellazione della legge Fornero è il primo punto del programma della coalizione di centrodestra; le divergenze sulla questione previdenziale tra Matteo Salvini e gli alleati restano, ma sembrano comunque assottigliarsi di ora in ora.
Pensioni, Dalla Vedova replica a Salvini sull’abolizione della legge Fornero
A replicare a distanza al leader del Carroccio il sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova (+Europa). "Salvini – ha detto l’esponente del Governo Gentiloni - è molto popolare quando dice di voler abolire la legge Fornero, ma abolirla – ha sottolineato - costerebbe troppo”. Della Vedova in sostanza ribadisce quella che sulla riforma pensioni è la posizione di tutto il centrosinistra guidato dal Partito democratico di Matteo Renzi: no alla rottamazione della legge Fornero. “Noi invece – ha detto il sottosegretario agli Esteri oggi a Terni durante un incontro elettorale di +Europa siamo interessati al voto di chi, avendo a cuore il destino dell'Italia – ha sottolineato - preferisce sentirsi dire anche in campagna elettorale cose impopolari, ma – ha puntualizzato - non antipopolari".
Il sottosegretario: ‘Dove li troviamo i soldi? Non ce li presta più nessuno’
Secondo l’esponente dell’esecutivo non ci sono le coperture necessarie per finanziaria l’abrogazione della tanto contestata legge Fornero, la cui abolizione viene promessa in campagna elettorale anche dal candidato del Movimento 5 stelle alla presidenza del Consiglio Luigi Di Maio.
"Dove li troviamo i soldi per abolire la Fornero e poi – ha detto Benedetto Della Vedova - far funzionare le scuole e gli ospedali? Non ce li presta più nessuno”. E’ una questione di tutela e salvaguardia delle finanze pubbliche, almeno così la mette il governo. "Non è che noi siamo i cattivi – ha detto il sottosegretario agli Esteri secondo quanto riporta l’Ansa - ma se andiamo a carte 48, a pagare di più – ha sottolineato - saranno quelli che hanno di meno".