Foodora, Just Eat, Uber sono solo alcuni dei marchi più famosi della nuova economia, la cosiddetta GIG Economy che sta prendendo piede anche nel nostro paese e che sempre più spesso diviene oggetto di critiche per via delle condizioni lavorative che i dipendenti denunciano e che attualmente hanno visto una generale mobilitazione.
Uber è lavoro dipendente?
In tempi recenti a essere stato messo sotto torchio è stato proprio il marchio Uber, accusato di praticare nei confronti degli autisti, delle ormai riconoscibili auto nere, i cosiddetti driver, contratti da vero e proprio lavoro dipendente.
E che proprio di recente sembra arrivare, dopo un'iniziale riconoscimento delle posizioni dei lavoratori a una svolta che vede invece la ragione dalla parte dell'azienda di San Francisco.
Gli altri marchi
Tra le altre aziende della gig Economy va citata poi Foodora, nata nel 2015 a Berlino si è rapidamente imposta come leader nel settore consegne, offrendo piatti in 10 paesi e alla data attuale in 9000 ristoranti in tutto.
Un discorso a parte lo merita poi Just Eat. Medesimo il settore, ma diverso il business. Infatti, Just Eat è un marketplace e non una società di consegne, cioè una piattaforma digitale che riunisce e mette in comunicazione oltre 8.000 ristoranti in Italia con chi vuole ordinare cibo a domicilio.
La consegna è gestita direttamente dai ristoranti partner sul territorio. Solo in alcune città e per i ristoranti che non hanno una loro flotta di fattorini, la consegna è supportata da partner di logistica i cui fattorini sono contrattualizzati direttamente dal partner stesso con cui Just Eat concorda il rispetto delle normative. Le retribuzioni sono contrattualizzate e definite dal partner e possono essere strutturate con fisso e/o variabile.