Gli esperti, laureati, occupati e non del settore dei beni e attività culturali tornano a farsi sentire con l’associazione “Mi riconosci? Sono un professionista dei beni culturali. Gli attivisti del settore cultura hanno iniziato la loro attività da quasi 3 anni ormai, e sono state diverse e decise le iniziative che hanno intrapreso in questi mesi.

Dal riconoscimento delle professioni alla scuola del patrimonio

Gli attivisti di Mi "Riconosci?" erano partiti cercando di realizzare un obiettivo a dir poco lecito, quello di essere riconosciuti come tali, ossia professionisti esperti in un settore.

Ma non si son limitati a farlo passivamente attraverso le proteste, ma attivamente creando il PLaC, il patto per il lavoro culturale con l’obiettivo di fare chiarezza sul sistema e sulla regolamentazione delle professioni, unendola a una richiesta di valorizzazione dei titoli di studio.

Le iniziative del collettivo erano proseguite con “fagliela pagare” che voleva denunciare l’uso e abuso del volontariato culturale italiano, che spesso cela del vero e proprio lavoro gratuito, a cui si uniscono frasi abusate quali: “di cultura non si mangia” anche i biglietti nelle varie attrazioni culturali vengono regolarmente pagati. L'associazione si era mossa per presentare una proposta di legge in tal senso.

L’ultima iniziativa dei l’associazione di professionisti è stata infine quella contro la scuola del patrimonio voluta dal Ministro uscente dei Beni e Attività Culturali Dario Franceschini, che è stato visto come un ulteriore e inutile titolo, con tanto di stage che odore del solito lavoro gratuito.

FAI Chiarezza

La nuova battaglia del popolo di “Mi Riconosci?”, si concentra purtroppo ancora su una delle colonne che ha portato alla nascita dell’associazione, il volontariato utilizzato come lavoro gratuito.

Il collettivo infatti, ha lanciato in questi giorni sul proprio profilo Facebook l’hashtag #FAIchiarezza, per coinvolgere nella discussione il Fondo per l'Ambiente Italiano, fondazione privata che organizza le giornate di primavera, dove tramite volontari garantisce visite a numerosi beni culturali (di ogni genere) del nostro territorio.

L’associazione, tenta dunque di portare all’attenzione dei vertici del fondo alcune domande, tra queste chiede spiegazioni sul fatto che la fondazione abbia appena 229 dipendenti e utilizzi 7500 volontari pur avendo oltre 30 milioni di euro di introito. Mi riconosci?, chiede delucidazioni sul concetto di volontariato, visto che i volontari sono organizzati su orari e turni come se fossero personale assunto, e sfruttando anche altri collettivi come “finestre sull’arte” si chiede perché alcuni monumenti siano aperti solo in queste occasioni e chiusi nel resto dell’anno.

L’associazione dei professionisti, col passare dei giorni non ha corretto il tiro, ponendosi anche domande sullo sporadico utilizzo da parte del FAI di professionisti museali sono per brevi periodi come fossero figure di poco conto; sul perché alcuni beni pubblici sono accessibili solo agli iscritti e in base a quali criteri la RAI ha realizzato uno spot per un ente privato, trovando -per giunta- il sostegno di una figura molto amata da coloro che ruotano nel mondo dei beni culturali quale Albero Angela; come viene amaramente sottolineato sui propri profili social dallo stesso collettivo di professionisti culturali

La battaglia di “Mi Riconosci? Sono un professionista dei beni culturali” non sarà di certo facile, e sembra solo all’inizio, ma i suoi promotori sembrano ben determinati a non tirarsi indietro.