I dati in arrivo dall'Inps riaccendono il dibattito sul comparto previdenziale, dopo che negli scorsi giorni si sono moltiplicati i moniti delle istituzioni tecniche internazionali sulla tenuta del settore. Se da un lato si chiede di mantenere in essere l'attuale sistema di regole, ed anzi, si richiama a possibili future strette, dall'altro lato si evidenzia come l'importo degli assegni ricevuti dalla maggior parte degli anziani resti al di sotto delle 1000 euro al mese. Una cifra che si trova a confrontarsi con le necessità di affrontare le esigenze essenziali e quotidiane delle famiglie (spesso con giovani disoccupati a carico), nonostante l'inflazione non sia stata certo galoppante negli ultimi anni.

Ma come se tutto ciò non bastasse, la metà di quegli stessi assegni in realtà non sarebbe coperta da contributi. Ne esce un vero e proprio rompicapo, che si aggroviglia principalmente su uno dei problemi di trasparenza mai risolti del nostro sistema di welfare, cioè la mancata divisione tra erogazioni d'assistenza e di previdenza all'interno del bilancio previdenziale,

Pensioni: la metà degli assegni erogati dall'Inps non è coperta da contributi

Se è vero che la sostenibilità del nostro sistema pensionistico è al centro delle principali critiche in arrivo dagli istituti tecnici, è altrettanto vero che il peso dell'assistenza ha sicuramente raggiunto un punto critico tra i conti dell'Istituto pubblico di previdenza.

Desta infatti una certa impressione sapere che la metà degli assegni erogati lo scorso anno sarebbe destinata a persone che nel corso della propria vita non hanno mai versato neanche un contributo. Certo, tra i trattamenti coperti in questi casi rientrano gli assegni sociali, le prestazioni di invalidità e quelle di natura espressamente assistenziale (quindi finanziate con i soldi dei contribuenti).

Resta però il fatto che al momento queste spese risultano indistintamente attribuite alla voce previdenziale, un fenomeno che ha due conseguenze. La prima è che in questo modo si presta il fianco a chi afferma che la spesa per le Pensioni in Italia è superiore a quella registrata negli altri paesi europei. La seconda è che diventa più complicato entrare nel merito delle misure di assistenza, valutarne l'efficacia e ottimizzarle affinché possano realmente essere destinate a coloro che ne hanno più bisogno.

Il trend della spesa per l'assistenza continua a crescere

Le valutazioni appena esposte diventano ancora più significative se si considera che il trend della spesa di tipo assistenziale risulta in continua crescita. Per cercare di fare il punto della situazione si aspetta l'avvio di un'apposita Commissione, prevista dagli accordi firmati tra Governo e sindacati lo scorso anno. Un passaggio ormai obbligato e che doveva probabilmente essere avviato già diversi anni fa. Meglio tardi che mai, nella speranza che la situazione possa avere ancora spazio e tempo per essere gestita.

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