Tutti coloro che vogliono intraprendere la professione di operatore socio-sanitario, devono sapere che dopo la riforma decreto Lorenzin, sono state apportate grosse novità alla professione, a livello di competenze e di stipendio. La prima novità riguarda la loro figura professionale, riconosciuta a tutti gli effetti come professione sanitaria. La seconda, riguarda il rinnovo del contratto nazionale della sanità che ritocca al rialzo le retribuzioni. Ecco quindi che in questo articolo esaminiamo il contenuto del nuovo contratto appena stipulato, le nuove mansioni e le responsabilità degli OSS.

Ecco quanto guadagnerà l'OSS e il contenuto del contratto nazionale

Il nuovo CCNL prevede il passaggio dalla categoria contrattuale B Super (BS) e l’inserimento nella categoria C, che garantisce una retribuzione più alta. Il CCNL prevede inoltre che l'accesso alla fascia C sia riservato ai possessori il diploma di scuola superiore e può avvenire o dall'esterno: mediante pubblico concorso o dall'interno ai sensi dell'art. 16 del CCNL 7 aprile 1999. L'OSS ha diritto al riconoscimento delle relative indennità.

Per fare qualche esempio, l'OSS in categoria B Super guadagnava circa 1.523 euro lordi al mese, il suo stipendio mensile salirà a circa 1.605 euro lordi mensili, con il passaggio alla fascia C.

Il nuovo contratto nazionale prevede poi il pagamento delle indennità e degli arretrati, che da gennaio 2016 ad aprile 2018 oscillano da 405,80 euro ai 468,40 euro. Inoltre fino al 3.12.2018, gli OSS possono fare domanda, previo possesso dei requisiti, per ottenere l’Ape sociale e, quindi, per avere la pensione anticipata. I requisiti sono 63 anni di età e 36 anni di contributi versati.

L’importo massimo dell’assegno è di 1.500 euro per 12 mensilità.

Nuovo formazione e nuove mansioni: ecco i dettagli

Per quanto riguarda invece lo svolgimento delle mansioni ricordiamo che sebbene l’attività rimane sempre quella di sostegno medico-infermieristico, tuttavia con la riforma Lorenzin, l’OSS è abilitato a mansioni più specialistiche, come somministrare una terapia intramuscolare o sottocutanea.

Le mansioni dell’OSS sono fra le altre:

  • rilevare i parametri vitali
  • aiutare il paziente a deambulare:
  • prevenire le ulcere da decubito
  • collaborare con l’infermiere per attuare le prescrizioni mediche
  • fare delle piccole medicazioni;
  • servire da supporto nell’assunzione delle terapie orali;
  • sbrigare delle pratiche burocratiche;
  • assistere il malato affinché mantenga una corretta postura

Ecco quindi che il possesso di competenze di tipo tecnico presuppone una adeguata formazione. A questo proposito precisiamo che sebbene i corsi di formazione siano sempre organizzati dalle singole Regioni, l’accesso a tali corsi diviene più rigoroso. La selezione avverrà infatti solo per coloro che hanno il diploma di istruzione secondaria di secondo grado.

Le Regioni possono delegare la formazione degli operatori a istituti pubblici o ad aziende private che operano nel settore sanitario.

Chi oggi ha un titolo di operatore sanitario associato (Osa), per il quale non basterà più la terza media, può decidere di riqualificarsi in Oss. L’OSS può acquisire il titolo di collaboratore socio-sanitario (Css) partecipando ad un corso di 2mila ore.

Lavoro nel settore privato e nel settore pubblico: cosa cambierà?

L'Oss può continuare a lavorare sia nel settore privato, sia nel settore pubblico. Con riferimento al primo le alternative sono: agenzia interinale attiva nel settore dell'assistenza socio-sanitaria, casa di riposo, agenzia di assistenza privata; ambulatorio privato o clinica privata; centro diurno per anziani.

Nel settore pubblico le alternative sono: ASL, Ipab, una residenza per l’esecuzione di misure di sicurezza (la Rems), o la Rsa; scuola, ospedale;

L’OSS è legittimato a lavorare in qualunque reparto dovendo seguire scrupolosamente le indicazioni del personale medico-infermieristico. Qui, ad esempio, può sostituire il cosiddetto infermiere circolante e svolgere le sue mansioni aiutando l’équipe medica.