i lavoratori che si trovano a maturare i requisiti di accesso alla pensione dal prossimo anno dovranno confrontarsi con l'adeguamento all'aspettativa di vita, così come confermato anche all'interno di una recente circolare pubblicata dall'Inps (n. 62 del 2018). A pesare sulla situazione sarà in particolare l'adeguamento all'aspettativa di vita, che impone a partire dal 2019 un incremento nei vincoli utili per raggiungere il perfezionamento della quiescenza. Per cercare di capire quale sarà l'impatto della nuova rivalutazione dei requisiti proviamo a fare insieme il punto della situazione per ogni tipologia di assegno e di lavoro.

Come cambieranno le pensioni di vecchiaia a partire dal 2019

Dall'inizio del prossimo anno i lavoratori che desiderano accedere alla pensione di vecchiaia (sia che risultino inseriti nel sistema misto o che siano nel contributivo puro) dovranno maturare almeno 67 anni di età, anziché i 66 anni e 7 mesi di quest'anno. Resta invece invariato il cosiddetto requisito contributivo, che prevede contestualmente il raggiungimento di almeno 20 anni di versamenti. Il parametro è identico sia per quanto concerne i lavoratori del pubblico impiego, che del settore privato o autonomo.

I requisiti da raggiungere per ottenere l'uscita anticipata

In merito alla pensione anticipata (conosciuta in precedenza come pensione di anzianità), sarà necessario aver maturato almeno 43 anni e 3 mesi (cioè 2249 settimane lavorative), contro i 42 anni e 10 mesi (2227 settimane) necessari per accedere allo stesso istituto nel 2018.

Il requisito è valido per i lavoratori, mentre le lavoratrici possono ottenere l'uscita anticipata dal lavoro con un anno in meno di versamenti (cioè 42 anni e 3 mesi nel 2019).

La quiescenza di vecchiaia e anticipata per il contributivo puro

Chi è iscritto al sistema contributivo potrà accedere alla quiescenza anche a partire dai 64 anni di età (anziché 63 anni e 7 mesi) con la cosiddetta anticipata, purché abbia maturato 20 anni di versamenti ed un assegno non inferiore a 2,8 volte il minimo Inps.

In alternativa, potrà ottenere l'assegno a partire dai 71 anni (anziché 70 anni e 7 mesi del 2018), purché abbia maturato almeno 5 anni di versamenti.

I successivi adeguamenti all'aspettativa di vita

In virtù del meccanismo di adeguamento all'aspettativa di vita, a partire dal 2021 potrebbero scattare ulteriori incrementi. Il calcolo potrebbe però essere leggermente più favorevole, visto che l'Istituto dovrà tenere conto della differenza nella media dei valori registrati nel biennio precedente.

In questo modo, qualora si verifichi una diminuzione nella speranza di vita, se ne potrà tenere conto all'interno degli adeguamenti successivi.

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