La riforma Madia dei Concorsi Pubblici si preannuncia come una vera e propria rivoluzione del settore. Sembra finalmente giunto il tempo di scrostare dal processo di selezione dei futuri dipendenti statali tutte quelle procedure che rendevano il concorso pubblico una selezione ad appannaggio di raccomandati o una presa in giro per i vincitori. Sperando che, come spesso accade, le buone intenzioni non restino solo sulla carta.

Le novità più importanti sono illustrate nelle linee guida emanate dal ministero della Semplificazione e della Pubblica Amministrazione che dovranno dare compimento alla riforma.

Le più rilevanti riguardano la scelta di commissioni di esame competenti e imparziali e il calcolo dell’effettivo fabbisogno di impiegati per evitare sprechi di risorse.

Un concorso unico per tutti i dipendenti statali

Una delle novità più considerevoli riguarda l’adozione di un concorso unico per la scelta del personale. Le procedure di svolgimento della selezione verranno quanto più possibile raggruppate per evitare sperperi di risorse e in modo da calcolare il fabbisogno concreto dei dipendenti all’interno degli enti. Quando le competenze cercate saranno quelle destinate ad una stessa regione, allora si svolgerà un unico concorso su base territoriale.

Va detto, però, che queste nuove disposizioni riguardano solo le amministrazioni centrali dello Stato come i ministeri e non Comuni e Regioni.

Questi ultimi sono stati invitati a cambiare gli statuti per adeguarsi alla riforma, ma non è detto che poi effettivamente lo facciano.

Nuove disposizioni anche per la scelta delle commissioni

Giro di vite anche sul fronte trasparenza. Per quanto riguarda le procedure di selezione del personale, tutte le amministrazioni centrali dovranno aderire al Portale del reclutamento, un database online a cui tutti i soggetti interessati potranno fare riferimento per valutare l’effettivo fabbisogno di impiegati per ogni ente.

Anche la composizione delle commissioni esaminatrici subirà un rinnovamento, i membri verranno selezionati a sorte attingendo da un apposito albo creato ad hoc. Anche qui vale il discorso fatto in precedenza. Le amministrazioni locali non hanno nessun obbligo di uniformarsi a questa norma, per loro nella riforma solo un invito all’adeguamento.

Più informatica e lingue straniere per i nuovi assunti

Per quanto riguarda le competenze degli assunti, la novità è che sarà dato maggior spazio alla conoscenza di informatica e lingue straniere. I candidati idonei che non risulteranno vincitori di concorso potranno ricoprire solo il 20% dei posti, in modo da eliminare le lunghissime graduatorie di persone che risultano idonee all’impiego, ma che non vengono mai assunte per mancanza di posti.

Per quanto riguarda l’assunzione di personale più giovane che non ha mai prestato servizio nella Pa, verrà modificato il modo in cui si valutano i titoli di merito e i titoli di servizio, in modo da non far pendere troppo la bilancia a favore di chi ha già lavorato nella pubblica amministrazione e non cogliere l’occasione di consentire a risorse più giovani, su cui è bene puntare, di entrare a far parte dell’amministrazione pubblica.