Nonostante il moltiplicarsi di proposte relative alla flessibilizzazione dell'uscita dal lavoro e al superamento della legge Fornero, resta sempre confermato l'adeguamento all'aspettativa di vita previsto all'interno della legge di bilancio 2018 per chi decide di esercitare l'opzione della quiescenza tramite l'anzianità contributiva. Si tratta di un dato rilevante visto che questa strada consente attualmente di ottenere la quiescenza senza dover raggiungere alcun vincolo di tipo anagrafico, elemento invece sempre presente nelle altre modalità disponibili all'interno del nostro sistema previdenziale.
Pensioni anticipate: cosa accadrà dal prossimo anno
Alla prova dei fatti l'adeguamento all'aspettativa di vita prevede un innalzamento dei criteri di uscita dal lavoro di cinque mensilità, che diventerà operativo a partire dal 2019. Questo meccanismo di inasprimento dei requisiti è già deciso e non verrà quindi messo in discussione, pertanto eventuali futuri aggiornamenti normativi dovranno comunque tenere conto di tale parametro. Risulterà soggetto chi maturerà l'assegno nel prossimo anno, trovandosi quindi a dover maturare almeno 43 anni e 3 mesi di contributi (un anno in meno per le donne) rispetto ai 42 anni e 10 mesi da maturare entro il 2018 (anche in questo caso 41 anni e 10 mesi per le donne).
Da notare che lo stesso meccanismo legato all'aspettativa di vita prevede un ulteriore innalzamento dei requisiti per il 2021, seppure le ultime proiezioni indicano che potrà risultare maggiormente contenuto. Oltre a ciò, lo stesso incremento dovrà essere presente anche per chi maturerà l'assegno anticipato con le agevolazioni previste per i lavoratori precoci, stante che la quota 41 nel 2019 richiederà 41 anni e 5 mesi di versamenti.
I soggetti esonerati dall'adeguamento di cinque mensilità
Il nostro fact checking non potrebbe essere completo se non considerassimo anche che il legislatore ha previsto delle eccezioni a quanto finora esposto per alcuni casi di disagio molto specifici. È quanto risulta per i lavoratori dipendenti che svolgono attività considerate gravose, che vedono riconoscere come tali 15 diverse categorie di mansioni, tra le quali figurano: gli operati dell'industria estrattiva, dell'edilizia e della manutenzione degli edifici, i conduttori di gru e macchinari per la perforazione, i conciatori di pelle, i conduttori di convogli ferroviari (assieme al personale viaggiante) e di mezzi pesanti o camion, il personale delle professioni infermieristiche ed ostetriche organizzate su turni notturni, gli addetti a persone non autosufficienti, gli insegnanti della scuola d'infanzia e gli educatori dell'asilo nido, i facchini, il personale non qualificato delle imprese di pulizia, gli operatori ecologici, alcuni tra i lavoratori siderurgici, gli operai agricoli, i marittimi ed i pescatori.
A questi si aggiungono anche coloro che hanno ottenuto l'esonero per mansioni usuranti e notturne, tra cui i lavori in galleria o miniera, in cassoni ad aria compressa, le attività dei palombari, ad alte temperature o di lavorazione del vetro, i lavori svolti in spazi ristretti, di asportazione dell'amianto o delle linee a catena, oltre che i conducenti di veicoli adibiti a servizio pubblico. Infine, troviamo coloro che svolgono lavoro notturno con almeno 64 notti lavorate annue.
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