Il dibattito sul superamento della riforma Fornero e sull'apertura del sistema previdenziale pubblico ad una maggiore flessibilità in uscita dal lavoro sembra ormai concentrarsi sul nodo della Quota 100. Una strategia che mira a scardinare la rigidità attraverso l'unione dell'età anagrafica e degli anni di contribuzione, al fine di garantire l'agognata quiescenza. Ma se lo strumento potrebbe risultare di aiuto per molti, non è detto che potrebbe effettivamente diventare una via di uscita dall'efficacia universale, soprattutto nel caso in cui i lavoratori non siano riusciti a costruire una storia contributiva sufficientemente lunga.

Vediamo insieme tutti i dettagli al riguardo nel nostro nuovo articolo di approfondimento.

La strategia di Lega e 5 Stelle per smontare la Fornero

Le ultime dichiarazioni in arrivo dalla politica non lasciano dubbi su quali siano le intenzioni di Lega e Movimento 5 Stelle in merito al comparto previdenziale. "Con i Cinque Stelle si ragiona in maniera corretta, abbiamo trovato un punto di incontro su come smontare la Fornero", ha sottolineato nelle scorse ore il leader leghista Matteo Salvini, ricordando che l'obiettivo potrà essere raggiunto proprio tramite il pensionamento anticipato per mezzo della quota 100.

Ma secondo le ultime indicazioni diffuse finora il provvedimento dovrebbe prevedere comunque dei limiti, a partire da un'età di accesso di almeno 63 - 64 anni di età. La quale, già da sola, limiterebbe di fatto l'uscita ai cosiddetti lavoratori precoci, che hanno iniziato a lavorare in giovane età. Per loro vi sarebbe quindi l'ipotesi di un'estensione universale della Quota 41, che richiederebbe però il reperimento di ulteriori risorse. Per questo motivo, nelle scorse settimane si è parlato di un possibile ricalcolo parziale secondo il criterio contributivo, in modo da bilanciare le esigenze di flessibilità con quelle di cassa. Resta il fatto che il ritorno al sistema delle quote appare la strategia condivisa da entrambe le formazioni (Lega e M5S) per sciogliere il delicato nodo della flessibilizzazione del sistema previdenziale pubblico.

Damiano (PD): "apprezzo si torni a parlare di quote"

Sul sistema delle quote si registra un commento di cauta apertura anche dall'ex Presidente della Commissione lavoro alla Camera Cesare Damiano, che però attende di poter verificare i dettagli per capire se il nuovo meccanismo eviterà davvero di penalizzare i lavoratori. D'altra parte, il sistema delle quote lo "abbiamo inventato io e Prodi nel 2007", ricorda l'esponente democratico. Ed in questo senso, le domande aperte sulla futura quota 100 restano molte: "quale età minima prevederà? Si parte da 60 anni ai quali sommare 40 di contributi? Si renderà strutturale l’Ape sociale che consente di andare in pensione con 63 anni e 36 di contributi?" si interroga Damiano, ricordando l'importanza di non trascurare "quei lavoratori, soprattutto donne, che hanno pochi contributi versati".

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