Con il rinnovo del contratto della Scuola, e in attesa dei nuovi contratti statali delle amministrazioni delle Regioni, dei Comuni e della Sanità, emergono già indiscrezioni in merito al rinnovo dei contratti degli statali che si avrà nel prossimo triennio, ovvero dal 2019 al 2021. Si aprirà un altro capitolo di trattative del prossimo Governo con i sindacati, con questi ultimi pronti a rivendicare gli aumenti degli stipendi non ottenuti nel triennio in corso, facente capo al recente rinnovo dal 2016 al 2018. Eppure alcune precise indicazioni sul prossimo rinnovo dei contratti della scuola e degli altri comparti statali si leggono nel Def, Documento di economia e finanza che stabilisce alcune prerogative di spesa anche a medio termine.

In base alle risorse destinate dal Def, infatti, è possibile farsi un'idea di quanto saranno aumentate le retribuzioni degli statali con il prossimo contratto.

Ultime contratto scuola 2018: NoiPa aumenti stipendi e arretrati docenti e Ata

Ad oggi, si attendono gli effetti del rinnovo del contratto della scuola, con versamento del NoiPa degli arretrati del 2016 e del 2017 nella busta paga di questo mese, maggio 2018, e gli aumenti degli stipendi di 85 euro medi lordi a partire dalle retribuzioni di giugno. Per i rimanenti contratti statali (Regioni, Comuni e Sanità) si attende la chiusura delle ultime procedure prima della firma definitiva, come è avvenuto per la scuola e, prima ancora, per i lavoratori delle amministrazioni centrali e degli enti previdenziali e fiscali.

Per questi ultimi, arretrati ed aumenti degli stipendi sono stati versati nello scorso marzo. Con l'apertura delle trattative per i nuovi contratti statali 2019-2021, il punto di partenza è rappresentato dalle risorse iscritte nel Documento di Economia e Finanza: le uscite contenute nel documento, pur non essendo ancora previste da una legge (in questo caso il contratto stesso e la legge di Bilancio 2019), rispondono a prassi di voci di spesa del bilancio statale ormai consolidate.

Ultime notizie contratti statali 2019-2021: di quanto gli aumenti di stipendio?

Pertanto, secondo quanto spiega Il Messaggero, nel Def sono state riportate tre voci di spesa relative al rinnovo del contratto degli statali e della scuola, destinate agli aumenti degli stipendi. La spesa per l'intero triennio si attesterà sui circa 6,3 miliardi di euro, con la ripartizione di 910 milioni di euro per il 2019, di 2.104 milioni per il 2020 e di 3.261 milioni per il 2021.

Conti alla mano, il Def è partito da una differenziazione di aumento degli stipendi statali del 3,5 per cento, in linea con il tasso medio di crescita delle retribuzioni stimato per i cinque anni dal 2014 al 2018 e sul quale si è livellato il rinnovo dei contratti del 2016-2018. Considerando che la massa degli stipendi sulla quale verrà calcolata la percentuale del 3,5 per cento si è accresciuta con gli aumenti degli stipendi del 2018, dal calcolo del quotidiano romano emergerebbe che le retribuzioni cresceranno nel prossimo triennio ancora una volta, euro più, euro meno, di 85 euro lordi al mese.

Ultime novità oggi contratti statali: rinnovo 2019, stipendi e indennità vacanza contrattuale

Gli aumenti degli stipendi conseguenti al prossimo rinnovo dei contratti statali dal 2019 al 2021 non saranno, però, lineari negli anni del triennio.

Come confermato dal Def, a partire da aprile del 2019 verrebbe accreditata l'indennità di vacanza contrattuale spettante, per legge, in caso di ritardo delle trattative e di rinnovo dei contratti. L'accredito della sola indennità di vacanza contrattuale giustificherebbe la bassa entità delle risorse previste dal Def per il 2019: meno della metà delle somme del 2020 e poco più di un quarto di quelle del 2021. In altre parole, gli aumenti degli stipendi del prossimo contratto degli statali continueranno ad essere riconosciuti in maniera graduale, peraltro con tendenza dal basso verso l'alto. Si tratta dello stesso meccanismo utilizzato per il rinnovo dell'attuale contratto, in base al quale gli aumenti degli stipendi del 2016 e 2017 sono stati calcolati non uniformemente con gli incrementi del 2018 (gli 85 euro), ma con rimborsi di poche decine di euro mensili.