Proprio mentre M5S e Lega discutono di riforma delle Pensioni anticipate con uscita a quota 100 e a quota 41, arrivano novità importanti sul meccanismo della speranza di vita adottato dalla Legge Fornero. Infatti, il sistema che aumenta i requisiti di età e dei contributi versati, validi sia per la pensione di vecchiaia che per la pensione anticipata, dovrebbe subire uno stop a partire dal 2021, primo anno che abbraccia il biennio fino al termine del 2022. Secondo quanto riporta Il Messaggero, infatti, il trend dell'aspettativa di vita avrebbe fatto registrare un aumento pari a zero da un biennio all'altro, tale da annullare gli aumenti previsti per requisiti ed età di uscita del 2021 e 2022.
Tale risultato rimetterebbe in discussione la reale consistenza della pensione anticipata a quota 100 e, soprattutto, l'uscita dei precoci a quota 41, dato che i benefici andrebbero a ridursi di fronte al "depotenziamento statistico" dei requisiti previsti dalla riforma Fornero.
Aspettativa di vita e pensione anticipata a quota 100 e quota 41: ipotesi di uscita
Nel dettaglio, l'aspettativa di vita si determina confrontando i periodi immediatamente precedenti a quello di decorrenza delle pensioni di vecchiaia e delle pensioni anticipate. Secondo quanto riporta il quotidiano romano, gli indici dell'Istat sull'aspettativa di vita relativi al periodo 2017 e 2018 sarebbero pressoché immutati rispetto a quelli rilevati nei due anni precedenti.
Questi ultimi, relativi al 2015-2016, hanno determinato l'aumento a 67 anni della pensione di vecchiaia e a 43 anni e 3 mesi della pensione anticipata, entrambe con decorrenza dal 1° gennaio 2019 e validi fino a tutto il 2020. Non essendoci un trend all'aumento nel periodo 2017 e 2018 dell'aspettativa di vita (il valore rilevato è di 20,7 anni a partire dai 65 anni), le pensioni anticipate e quelle di vecchiaia del biennio successivo, ovvero del 2021 e 2022, manterrebbero gli stessi parametri di uscita.
E' possibile, già da oggi, con un semplice calcolo che parte dalla propria data di nascita, determinare quale sarà l'anno di uscita da lavoro. In ogni modo, contro questo meccanismo, M5S e Lega sono d'accordo nel ritornare al sistema delle quote per determinare l'uscita con la quota 100, sommando età e contributi con pensione a partire dai 60 anni, e con la quota 41 dei precoci con i soli contributi, indipendentemente dall'età di uscita.
Uscita quota 100, quota 41, pensione anticipata e proposte M5S e Lega
Di fronte agli indici Istat bloccati, anche le pensioni anticipate a quota 41 e a quota 100 mostrerebbero un minore impatto in termini di uscita. Infatti, considerando che nel 2021 e 2022 erano previsti 3 mesi in più per le pensioni di vecchiaia (uscita a 67 anni e 3 mesi) e per le pensioni anticipate (con 43 anni e 6 mesi di contributi), si assottiglia la forbice con la quota 100 ma, soprattutto, con la quota 41 dei precoci, in aumento dal 2019 a 41 anni e 5 mesi. Se dovesse essere allargata a tutti i lavoratori che possano essere considerati precoci (e, probabilmente, rientranti in categorie di lavori usuranti), gli uomini risparmierebbero all'incirca 2 anni di lavoro, mentre le donne meno di un anno (i contributi richiesti alle lavoratrici per la pensione anticipata della Fornero sono pari a 42 anni e 3 mesi dal 2019 rispetto alla quota 41,5 dei precoci). Il ripristino del sistema delle quote e della pensione di anzianità di Salvini e Di Maio potrebbe, pertanto, non portare i risultati attesi per alcune categorie di lavoratori.