Sembra quasi un voler sfidare l’esecutivo su argomenti cari proprio alla maggioranza. Questo appare da diverse proposte depositate alla Camera da rappresentanti del PD. In primo luogo una proposta di Quota 100 con l'uscita a 63 anni, contro i 64 dell'ipotesi governativa, ma anche la nona salvaguardia per gli esodati e la proroga dell’Ape, sia sociale che volontaria. Dalle indiscrezioni che trapelano sulla riforma Pensioni emergono alcune controindicazioni che rischiano di penalizzare più di qualche lavoratore. Proprio su queste problematiche è intervenuto Cesare Damiano, che ha presentato soluzioni alle anomalie della riforma in cantiere, spronando e forse sfidando il Governo.

La misura pensata dal Governo attuale

Rispetto alla misura che veniva annunciata in campagna elettorale, la quota 100 di Salvini e Di Maio presenta vincoli e limiti evidenti. Innanzitutto, l’età anagrafica minima per l’accesso, che inizialmente sembrava non dover esserci (quota 100 per tutti, lo slogan pre-elettorale) e che adesso pare fissata a 64 anni. Poi c’è il tetto dei due anni di contribuzione figurativi utilizzabili. Paletti che hanno l’unico obiettivo di rendere la misura meno gravosa per le casse statali e, quindi, più facile da coprire finanziariamente. Per lo stesso obbiettivo sembra che la pensione in regime di quota 100 sarà calcolata, come importo degli assegni, con il metodo contributivo a prescindere da quando sono stati versati i contributi.

Ciò significa pensioni più basse. Sempre dal punto di vista delle coperture, per finanziare la misura si pensa a cancellare l’Ape sociale, cioè a non prolungarne la sperimentazione oltre la sua scadenza fissata al 31 dicembre prossimo. Un danno per disoccupati, lavori gravosi, invalidi e caregivers che potevano sfruttare l’anticipo pensionistico a 63 anni e che con quota 100 dovranno attendere un anno in più.

Torna alla carica Damiano

Per il PD, disco verde a molti dei provvedimenti in cantiere da parte del nuovo esecutivo. Tagli ai vitalizi ok, anche se da correggere, ok anche ai tagli alle pensioni d’oro non corrispondenti coi contributi versati ed anche a Quota 100, ma diversa da come sta nascendo. Dall’ex ministro del Lavoro, Cesare Damiano, sul tema pensioni, via libera a quota 100 ma non da 64 anni, bensì da 63.

Inoltre si chiede di rendere strutturale l’Ape, cioè di confermarla oltre la scadenza di fine 2018. Tra le altre proposte in materia previdenziale via alla nona salvaguardia esodati e proroga di opzione donna. Non manca inoltre lo stop all’incastro tra età pensionabile ed aspettativa di vita che secondo il PD è meccanismo infernale voluto dall’ultimo Governo Berlusconi. Nel pubblicizzare le sue proposte Damiano si accaparra i meriti di Quota 100, misura che secondo l’ex Ministro è di matrice PD, essendo presente anche nel famoso e lontano DDL 857 che lo stesso Damiano varò anni fa.