Governo Conte già a lavoro per riaprire il cantiere sulla previdenza: come promesso in campagna elettorale da Lega e Movimento 5 Stelle, infatti, l'unico modo per modificare in meglio il sistema previdenziale italiano sarebbe quello di introdurre un meccanismo di flessibilità in uscita attraverso Quota 100 e implementando Quota 41, provvedendo così a cancellare, o per lo meno modificare radicalmente, la tanto odiata Riforma Fornero. Ipotesi non molto condivisa da parte dei vari partiti politici e dagli economisti visto gli ingenti oneri richiesti per le casse statali anche se, stando al contratto di governo stipulato fra i due partiti usciti vincitori dalle ultime elezioni politiche, potrebbe essere sufficiente la cifra irrisoria di circa 5 miliardi di euro.

Quota 100 sul tavolo di Palazzo Chigi

Dopo aver ottenuto la fiducia, il nuovo esecutivo sarebbe già a lavoro sulle nuove misure concernenti la flessibilità pensionistica. Si tratta della famigerata Quota 100, data dalla somma dell'età anagrafica con gli anni di anzianità contributiva, e della Quota 41 per la pensione anticipata a favore dei lavoratori precoci. Si dovrebbe agire in tempi rapidi visto che occorrerebbe tenere in considerazione la scadenza dell'Ape Sociale prevista per il prossimo 31 dicembre 2018. Trattasi di un aspetto fondamentale in quanto l'esecutivo potrebbe essere chiamato a decidere su un'eventuale proroga o sull'abolizione definitiva dell'Ape volontaria, il reddito ponte fino ad un massimo di 1.500 euro mensili concesso a favore dei lavoratori con almeno 63 anni di età anagrafica in condizioni economiche disagiate.

Al momento, sono due le ipotesi sui tavoli di Palazzo Chigi che potrebbero garantire una maggiore flessibilità in uscita: con Quota 100, la prima delle ipotesi, il lavoratore avrebbe la possibilità di lasciare in anticipo l'attività lavorativa, rispetto agli attuali requisiti anagrafici per la pensione di vecchiaia, dopo il raggiungimento di almeno 60 anni di età unitamente ai 40 anni di versamenti contributivi; questo in teoria, perché i requisiti potrebbero variare al fine di frenare le uscite e avere un minor impatto sui conti pubblici.

Difatti, secondo le ultime ipotesi l'uscita la combinazione possibile potrebbe essere 64 anni di età e 36 anni di contribuzione.

Quota 41 per i precoci con qualche penalità?

Ci sarebbe anche la Quota 41 che invece, disciplinerebbe l'uscita anticipata ai lavoratori precoci, i quali potrebbero richiedere il pensionamento a partire dai 41 anni e 5 mesi di anzianità contributiva a prescindere dall'età anagrafica anche se, andrebbero in contro ad un ricalcolo dell'assegno previdenziale secondo il metodo contributivo e pertanto, potrebbero subire delle penalità.