Il superamento della legge Fornero è stato uno dei temi chiave della campagna elettorale e del successo dei partiti che attualmente guidano la compagine di Governo. Non sorprende quindi che con le prime dichiarazioni del neo Ministro Luigi Di Maio sia arrivata la conferma della prossima riforma previdenziale, che dovrebbe avere un impatto elevato sulla rigidità del sistema attraverso l'impiego delle quote. Ma tra i provvedimenti che vengono dati come più imminenti vi sarebbe anche la proroga del pensionamento anticipato tramite opzione donna, che attualmente rimane richiedibile grazie alla cristallizzazione solo per coloro che hanno maturato i requisiti entro il 2015.

Le dichiarazioni sulla prossima riforma pensionistica del neo Ministri Di Maio

Nelle sue prime parole da Ministro del Lavoro, Luigi Di Maio ha sottolineato come sia giunto il tempo per "mettere da parte la legge Fornero". Un compito sul quale si inizierà subito a lavorare, cercando così di adempiere alle promesse elettorali. D'altra parte, sulla questione c'è piena sintonia anche con gli alleati della Lega, tanto che i provvedimenti di flessibilizzazione potrebbero rientrare già all'interno della nuova legge di bilancio 2019.

La pensione anticipata tramite opzione donna

Tra i provvedimenti che sembrano essere più vicini alla realizzazione troviamo la proroga dell'opzione donna. Una misura che in precedenza legava la maturazione dei requisiti di accesso (57 anni di età e 35 anni di versamenti) al termine perentorio dell'anno 2015.

Lo svincolo della misura consentirebbe alle richiedenti con i requisiti in maturazione di avere un'opzione in più su base volontaria per l'accesso anticipato alla quiescenza, seppure al costo di un ricalcolo interamente contributivo del futuro assegno. Non si fa invece menzione all'interno del programma di governo della nona e ultima salvaguardia per i lavoratori esodati, che potrebbero però beneficiare del nuovo reddito di cittadinanza o della nuova pensione di cittadinanza.

Le nuove uscite di anzianità con il sistema delle quote

Per avviare concretamente il superamento della legge Fornero, il contratto di Governo ha espressamente indicato il ritorno al sistema delle quote. La misura più discussa è la Quota 100, formata da età anagrafica e anzianità contributiva. Nello specifico, il documento "giallo-verde" recentemente siglato indica "la possibilità di uscire dal lavoro quando la somma dell'età e degli anni di contributi del lavoratore è almeno pari a 100, con l'obiettivo di consentire il raggiungimento dell'età pensionabile con 41 anni di anzianità contributiva, tenuto altresì conto dei lavoratori impegnati in mansioni usuranti".

Quindi diverrebbe contestualmente possibile un'ulteriore estensione della Quota 41 per i lavoratori precoci. In merito all'effettiva fattibilità, la partita si giocherà però sul posizionamento del vincolo anagrafico per la fruizione della quota 100 e sull'eventuale meccanismo di penalizzazione che potrebbe essere applicato alla Q41, al fine di garantire la sostenibilità delle misure.

Prepensionamento con APE e RITA: quale sarà il destino delle misure?

Al fianco di questi elementi, bisognerà capire quale sarà l'approccio alle misure di flessibilità avviate dal precedente Governo. Il nuovo sistema delle quote dovrà reperire coperture importanti, pertanto è già dato per scontato che l'APE social non sarà rinnovata nella prossima Manovra.

Diverso è il discorso dell'APE volontaria, della versione aziendale e della RITA. Nel primo caso il costo del prepensionamento è a carico del lavoratore, nel secondo del datore di lavoro e nel terzo viene finanziato tramite il montante accantonato nel fondo pensione. Si tratta di opzioni che potrebbero trovare conferma, stante che la loro applicazione risulta su base volontaria e non ha impatto sui conti pubblici.

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