Il dibattito politico sui grandi temi che riguardano il sistema previdenziale italiano sta alzando decisamente i toni dei commenti sui vari gruppi social dedicati al superamento della Legge Fornero, oltre ad altre questioni, come quota 41, che stanno particolarmente a cuore ai lavoratori precoci.

Anche il Comitato Opzione Donna Social è intervenuto in merito alle parole pronunciate dall'economista della Lega, Alberto Brambilla, in merito a quella che dovrebbe essere la proposta di governo per quanto riguarda quota 100, ovvero il requisito anagrafico minimo di 64 anni abbinato ai 36 anni di contributi.

Orietta Armiliato di Comitato Opzione Donna Social lancia una provocazione

L'amministratrice del gruppo Facebook, Orietta Armiliato, ha voluto rivolgere una domanda ai diversi esponenti della Politica, vicini al tema Pensioni, come l'ex ministro Cesare Damiano, l'onorevole di Fratelli d'Italia, Walter Rizzetto, il segretario Cgil Roberto Ghiselli, l'economista Marco Leonardi, la deputata PD Anna Giacobbe e il segretario Uil, Domenico Proietti. Questi sono solamente alcuni nomi citati dalla Armiliato, dai cui vorrebbe ricevere risposta. La domanda posta dalla fondatrice di Comitato Opzione Donna Social riguarda quota 100: ci si chiede come possa essere definita tale se dovesse prevedere un paletto di 64 anni di età per accedere alla pensione.

Ci si chiede come possa essere una misura efficace per superare le rigide regole imposte dalla legge Fornero. Perlomeno l'asticella dovrebbe scendere di almeno due anni e arrivare a 62 anni di età come requisito minimo.

Durissime reazioni e quota 41 sembra essere finita nel dimenticatoio

I commenti, a questo proposito, si sono sprecati e non sono mancate le critiche, anche durissime.

C'è chi ha sottolineato come l'eliminazione dell'Ape Social per una quota 100 così demenziale rappresenterebbe uno scempio e una grande presa in giro. C'è chi addirittura ha paragonato questo governo ad un 'nuovo Medioevo politico', c'è chi suggerisce, invece, di sottoporre le giuste osservazioni all'attenzione del ministro di competenza, ovvero l'onorevole Luigi Di Maio.

Un aspetto che non va dimenticato e che appesantisce ancora di più le critiche nei confronti del governo gialloverde è quello rappresentato dal fatto che, nelle ultime settimane, si sente sempre meno parlare di quota 41 o addirittura non se ne parla affatto. Un motivo di preoccupazione in più, da parte dei lavoratori, per il futuro sistema pensionistico italiano: se da una parte le promesse elettorali lasciavano ben pensare ad una trasformazione radicale del sistema, dall'altra le ultime ipotesi sulle pensioni sembrano andare in direzione completamente opposta o, comunque, in una direzione peggiorativa.