E' decisamente complicato finanziare la riforma delle Pensioni con le promesse di uscita anticipata a quota 100 e a quota 41 dei precoci ipotizzate dal Governo e dai partiti di maggioranza, il M5S e la Lega di Matteo Salvini. Ad oggi, infatti, il superamento della legge Fornero rimane in alto mare e, nonostante le ipotesi che si stanno facendo in queste settimane di riforma delle pensioni, una delle uniche misure che certamente Di Maio e Salvini adotteranno sarà il taglio delle pensioni d'oro. Anche se da questi risparmi si attendono risorse per finanziare i nuovi posti di lavoro, più che coprire misure pensionistiche.
Il problema dei nuovi strumenti di pensione anticipata con quota 100 e della quota di uscita per i precoci (41 aggiornata all'aspettativa di vita, o quota 42), è sempre quello delle coperture, al vaglio dei conti di Bruxelles e, dunque, vincolati.
Pensione anticipata a quota 100 e a quota 42: l'ipotesi 'modulabile'
C'è da dire, ad ogni modo, che l'attuale Governo di Giuseppe Conte, Matteo Salvini e Luigi Di Maio ha, a più riprese, risposto adeguatamente ai vincoli imposti dalla Comunità europea. Non è escluso, pertanto, che il Governo adotti le misure di pensione anticipata nella Legge di Bilancio 2019 con sostanziali novità sui conti pubblici rispetto alle precedenti Manovre di fine anno. La sicurezza con la quale gli attuali governanti si muovono nel campo delle riforme potrebbe far pensare anche a misure coraggiose, con maggiori argini di flessibilità nei conti pubblici italiani.
Tuttavia, ad oggi, l'ipotesi più probabile è quella di una revisione dei requisiti pensionistici della riforma Fornero più parziale e selettiva, che miri ad interventi previdenziali che vadano a favore di cerchie ben delimitate di lavoratori. Si inserisce in questo contesto, ad esempio, la quota 100 "modulabile", emersa proprio negli ultimi giorni, a favore dei lavoratori in esubero.
Si agevolerebbero, in questo modo, le pensioni anticipate dei contribuenti che lavorino in contesti aziendali in crisi, con l'introduzione di requisiti flessibili in base al settore lavorativo di appartenenza. Addirittura, Il Sole 24 Ore ha ipotizzato, in questa settimana, anche il ritorno della cassa integrazione Cigs per cessata attività, con un sussidio che possa rappresentare un ponte per la pensione, variabile dai sei ai dodici mesi.
In sostanza, il Governo potrebbe adottare strumenti che possano favorire l'uscita dei lavoratori per la pensione o che possano attutire periodi di mancata attività, come già era stato fatto dai precedenti Governi con l'anticipo pensionistico Ape social o con le leggi di Salvaguardia a favore dei lavoratori esodati.
Quota 42 e quota 100: requisiti ipotizzati ad oggi per le pensioni anticipate del 2019
Da queste considerazioni, il superamento della Fornero non dovrebbe essere traumatico, ma seguirebbe misure selettive di pensione e deroghe, con scrupolosi calcoli dei lavoratori in uscita, ovvero dei beneficiari. Del resto, lo stesso Luigi Di Maio aveva accennato, in più di un'occasione, alle difficoltà di superare la riforma del 2011 in così poco tempo.
Più probabile, come scrive Il Sole 24 Ore, che la pensione anticipata a quota 100 possa seguire l'ipotesi di garantire l'uscita anticipata ai contribuenti sulla base di due requisiti fissi: l'età minima dei 64 anni con 36 anni di contributi versati oppure l'età di 65 anni e 35 di contribuzione. Alternative al ribasso, ovvero l'uscita dai 63 o dai 62 anni, con un numero di anni di contributi adeguato a raggiungere la quota 100, sembrerebbero essere al momento scartate a causa dei costi per il bilancio dello Stato. Al pari, l'uscita a quota 100 con 66 anni di età sarebbe troppo vicina alla maturazione della pensione di vecchiaia. Ma il canale di uscita a quota 100 altro non rappresenterebbe che il primo decisivo passo per il superamento della riforma Fornero, in attesa di aprire anche l'altro strumento della quota 41 (o a quota 42 come ipotizzato nelle ultime settimane), a prescindere dall'età di uscita.