Il mese di agosto non è certo iniziato all'insegna dell'ottimismo sul fronte Pensioni. Se da un lato, il ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, sottolinea l'importanza di agire subito per quanto concerne il superamento della Legge Fornero (la deadline è stata indicata nella Legge di Bilancio 2019), dall'altro lato c'è la grande preoccupazione, da parte dei lavoratori, per quelle che saranno le misure adottate dall'esecutivo Conte, misure che potrebbero essere decisamente deludenti rispetto ai proclami enunciati durante la campagna elettorale. L'intenzione del Governo sarà quella di puntare su Quota 100, mentre, con tutta probabilità, l'Ape Sociale terminerà definitivamente la sua funzione alla fine dell'anno solare in corso.

Il Governo Conte punta su Quota 100, con l'Ape Sociale che dovrebbe scomparire

Le preoccupazioni sono evidenti, in tema di flessibilità pensionistica: se l'Ape Sociale andrà in 'pensione' a fine 2018 e il Governo dovesse puntare su Quota 100 con 64 anni di età anagrafica minima e 36 di contributi, i lavoratori andrebbero incontro addirittura ad un peggioramento della situazione. I precoci, naturalmente, sono ancor più preoccupati dal fatto che la famigerata quota 41 per tutti sembra essere finita nel dimenticatoio: se verrà adottato qualche provvedimento in questo senso, tutt'al più potrebbe essere un Quota 42 abbinato a un Superbonus che avrebbe lo scopo di persuadere i pensionandi a fare un ulteriore sforzo che, ovviamente, viene visto come un pugno di sabbia negli occhi.

Quota 100 rischia di essere un flop: Cgil chiede maggior flessibilità pensionistica

I sindacati, accusati da molti lavoratori di aver fatto poco o nulla per evitare lo scempio della Legge Fornero, stanno tornando alla carica con la richiesta al Governo di maggiore flessibilità: è il caso della Cgil che sta chiedendo insistentemente all'esecutivo Conte di fare un passo in avanti verso la flessibilità pensionistica a 62 anni oltre all'estensione di quota 41 per tutti e alla proroga di Opzione Donna. Senza dimenticare, ovviamente, l'odiato meccanismo dell'adeguamento dell'età pensionabile all'aspettativa di vita che, a prescindere da quelle che saranno le misure adottate dal Governo nella Legge di Bilancio 2019 del prossimo autunno, darà un'altra grande mazzata ai pensionandi italiani a partire dal prossimo 1° gennaio 2019.

La Quota 100, come sottolineato dal portale 'Termometro Politico', rischia di essere un flop: i soldi non ci sono, tanto più che il Governo sarà costretto ad inventarsi qualcosa, non solo per quanto riguarda la riforma delle pensioni, ma anche, e soprattutto, per scongiurare il temuto aumento dell'IVA, un pesante fardello ereditato all'esecutivo Gentiloni e che aumenterebbe il malcontento degli elettori che hanno dato fiducia a Lega e Movimento Cinque Stelle.

Aumento delle pensioni minime ma il Governo rischia di aiutare anche molti 'furbetti'

Anche il taglio delle pensioni d'oro, preso a cuore dai ministri Di Maio e Salvini, rischia di essere un boomerang pericoloso. A questo proposito, segnaliamo la riflessione del giornalista Pino Nicotri sul portale blitzquotidiano.it, in merito alla volontà del Governo di aumentare l'importo delle pensioni minime. Nicotri ha sottolineato come, in molti casi, a beneficiare delle pensioni minime siano i lavoratori autonomi che, durante la loro carriera lavorativa, fatturano poco per l'eludere il pagamento dell'Iva e i contributi più alti. In modo da potersi godere nella vecchiaia i ricavi non tassati e percepire ugualmente la pensione minima che, poi, come sta promettendo il Governo Conte, viene aumentata.

'Contrariamente al proverbio - conclude Nicotri con un'amara riflessione - il mondo forse non è dei furbi ma il Bel Paese sì.'