Approda in Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati il disegno di legge per la riduzione delle Pensioni considerate d’oro e l’aumento degli assegni minimi. Su un binario parallelo viaggiano intanto le altre misure in materia previdenziale che dovrebbero trovare spazio nella legge di Bilancio 2019 che sarà varata nelle prossime settimane. La riforma pensioni del governo gialloverde prevede il superamento della legge Fornero con l’introduzione della quota 100 a partire da 62 anni, la quota 41 per i lavoratori precoci che hanno iniziato la loro carriera lavorativa in giovanissima età, la proroga del regime sperimentale di Opzione Donna per la pensione anticipata delle lavoratrici.
Pensioni d’oro, il ddl su tagli in Commissione Lavoro a Montecitorio
Su quota 100 non ci dovrebbero essere problemi così come su quota 41, almeno secondo le rassicurazioni del vicepremier leghista Matteo Salvini, che segue personalmente il dossier sulla previdenza. Resta ancora da capire se sarà prorogata o meno Opzione Donna sollecitata quotidianamente da tante lavoratrici su diversi gruppi Facebook.
Intanto si parte dal taglio delle pensioni d’oro su cui è stato trovato già l’accordo tra Movimento 5 Stelle e Lega dopo alcune divergenze iniziali rispetto alla platea su cui intervenire. Si taglieranno le pensioni superiori a 4.500 euro al mese nella parte non coperta da contributi previdenziali, e non quelle superiori a 4.000 euro come inizialmente previsto o come avrebbe voluto il vicepremier pentastellato Luigi Di Maio.
Perconti (M5s): ddl per eliminare divario tra pensioni minime e d’oro
“Oggi arriva in Commissione il provvedimento che mira ad eliminare - ha scritto su Facebook il deputato agrigentino del Movimento 5 stelle Filippo Perconti, tra i firmatari del ddl - il divario tra la categoria di cittadini colpiti duramente dalla crisi economica (il riferimento è ai fruitori di assegni sociali o di pensioni minime) e la categoria dei cittadini privilegiati beneficiari delle pensioni d’oro”.
Con le risorse che saranno recuperate dai tagli alle pensioni privilegiate, cioè calcolate con il vecchio sistema retributivo, sarà coperto l’aumento delle pensioni minime che dovrebbero salire fino a 780 euro al mese.
“L'intervento normativo proposto - si legge nella presentazione del ddl a prima firma dei capigruppo di M5s e Lega alla Camera, rispettivamente Francesco D’Uva e Riccardo Molinari - prevede un meccanismo di ricalcolo della quota retributiva delle pensioni e degli assegni vitalizi di importo complessivo pari o superiore alla soglia di 90mila euro lordi annui, in esito al quale - viene spiegato - i trattamenti pensionistici più elevati, le cosiddette pensioni d'oro, risulteranno ridotti”.