L'obiettivo di lungo termine per il Governo giallo-verde guidato da Giuseppe Conte, almeno sul fronte delle Pensioni, è l'abolizione totale della famigerata Legge Fornero. Ma, in questo momento, all'interno della compagine governativa prevale un sano realismo. Soprattutto da parte di Matteo Salvini e della Lega. Quindi, si starebbe cercando di raggiungere un compromesso. Come mette in evidenza il quotidiano romano "Il Messaggero", infatti, entro il 2019 la maggioranza vuole iniziare a scardinare la Legge Fornero non gravando eccessivamente sul rapporto deficit/Pil.
Quindi l'operazione dovrebbe avvenire gradualmente e progressivamente e, come si dice, a costi contenuti.
La riforma a venire
Il dato di fatto, perciò, è che la famosa Quota 100 sarà sicuramente realizzata. Probabilmente l'età anagrafica da cui si partirà saranno i 62 anni come inizialmente proposto da Matteo Salvini. Questo, essenzialmente, per rispettare il Contratto del Governo del Cambiamento e fare da contraltare alla introduzione del reddito di cittadinanza, riforma simbolo del M5S. La novità vera, però, consisterà nella molto probabile introduzione di alcuni correttivi all'impianto originale della riforma pensionistica. Questo, ribadiamo, al preciso scopo di contenere la spesa previdenziale.
Le correzioni possibili
Le ipotesi che circolano sui possibili o probabili meccanismi di correzione, come evidenzia il quotidiano romano, dovrebbe essere leggermente innalzato il requisito degli anni contributivi. L'asticella dovrebbe essere fissata sui 36 anni o, al massimo, sui 37 anni lavorativi. Un'altro correttivo che potrebbe entrare nella riforma riguarda i contributi figurativi.
Verrebbe inserita una limitazione circa quelli effettivamente utilizzabili ai fini del raggiungimento della pensione. Secondo quanto trapela dalle stanze ministeriali dovrebbero valere solo quelli relativi agli anni di lavoro effettivo.
C'è, poi, il capitolo penalizzazioni. Dovrebbe essere prevista una decurtazione dell'assegno pensionistico a fronte della possibilità di uscita anticipata dal mondo del lavoro rispetto ai 67 anni d'età fissati per la pensione di vecchiaia.
Ovviamente, con Quota 100 gli interessati all'uscita anticipata dovranno valutare attentamente il rapporto costi/benefici. A titolo d'esempio, per le pensioni sui 90 mila euro lordi annui il taglio sarebbe doppio. Non solo dovuto all'uscita anticipata ma anche al ridimensionamento stabilito per legge sulle pensioni più alte. Questo, ovviamente, in base alla distanza tra l'età di uscita e quella fissata per la pensione di vecchiaia.
Infine, in un'ottica di ritorno a un sistema precedente la Legge Fornero il Governo starebbe valutando la reintroduzione delle finestre di uscita. In pratica, verrebbe ritardata di un anno l'uscita effettiva dal modo del lavoro, ma in questo modo verrebbe garantito effettivamente il diritto al pensionamento.
La polemica Fornero-Di Maio
Chi è fortemente critica nei confronti della riforma delle Pensioni targata M5S - Lega è certamente Elsa Fornero. Come evidenzia l'agenzia di stampa AdnKronos, l'ex ministro del Lavoro avrebbe polemizzato con il Vicepremier e attuale ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio. Secondo la Fornero il Governo non avrebbe tenuto conto della realtà demografica del Paese. Per di più, afferma, abbassando l'età pensionabile si abbasserebbe di conseguenza l'assegno pensionistico percepito andando ad aumentare il numero dei poveri nel Paese. Per la Fornero non sarebbe a rischio solo il presente ma anche il futuro di coloro che in pensione ci devono ancora andare.
L'ex ministro ha fatto tali dichiarazioni nel corso della trasmissione radiofonica "I Lunatici" su Radio2.
La replica del vicepremier Di Maio è stata netta. Per l'attuale ministro del Lavoro ad aumentare i poveri in Italia è stata proprio la riforma che porta il nome dell'ex ministro del Lavoro del Governo Monti. Di Maio ha aggiunto che il superamento della Legge Fornero è certo. Come è anche certa l'introduzione della pensione minima di cittadinanza a 780 euro. Di Maio, ricordando che i precedenti Governi hanno lasciato inalterati privilegi come i vitalizi e le pensioni d'oro afferma che presto con la cosiddetta Manovra del Popolo, le Fornero, i Monti, i Letta o i Renzi non saranno altro che un brutto ricordo.