Gradualmente la Scuola italiana sta riaprendo i battenti. Nel corso di questa settimana, progressivamente, milioni di studenti ritorneranno sui banchi di scuola. Il ministro dell'Istruzione, Marco Bussetti, si è insediato al ministero il 1 giugno 2018. Quindi grandi cambiamenti nel corso di questo nuovo anno scolastico non dovrebbero esserci. Anche se, come precisa il ministro nel corso di una lunga intervista al quotidiano romano "Il Messaggero" appena insediato ha provveduto ad eliminare alcune criticità della precedente riforma, la cosiddetta Buona Scuola, per garantire ordine e serenità, ma anche sicurezza ai nostri studenti.
Comunque, nel corso dell'intervista Bussetti ha delineato quali obiettivi vorrebbe raggiungere nel corso del suo mandato. Alcuni molto semplici ma utili come avere gli armadietti per i ragazzi in tutte le scuole di ogni ordine e grado. E altre più complesse come la riforma dell'esame di maturità e ora la modifica dei test Invalsi che, già da quest'anno, non dovrebbero essere più fondamentali per l'ammissione all'esame di maturità.
L'opinione di Bussetti sugli Invalsi
Anche se almeno per quest'anno le prove Invalsi continueranno a svolgersi, il ministro Bussetti ha confermato che non saranno prescrittivi per l'esame di Stato. Questi rimarranno come valutazione di sistema utile ai docenti. Anche perché, ha precisato Bussetti, quest'anno gli studenti avrebbero dovuto sostenere, in particolare, la prova d'inglese senza avere avuto la possibilità di sperimentare.
L'idea di Bussetti è quella di introdurre delle forme di valutazione degli studenti che tengano conto anche delle cosiddette soft skills. Con questo termine ci si riferisce alle capacità del singolo studente nell'affrontare problemi e difficoltà. Uno schema di valutazione che, precisa Bussetti, è attuato con successo già ora in molti Paesi Ocse.
L'alternanza scuola - lavoro
Bussetti, nel corso dell'intervista a "Il Messaggero" ha anche voluto spiegare i motivi che hanno portato a non rendere obbligatoria l'alternanza scuola - lavoro. Anche se, come ha fatto notare l'intervistatore, l'organizzazione della stessa ha comportato molte difficoltà per i vari Istituti. Il ministro dell'Istruzione ribadendo l'importanza di questo strumento per far fare esperienza ai ragazzi, ha evidenziato come in Italia esistano precise differenze territoriali che, inevitabilmente, si ripercuotono sulle esigenze di manodopera delle imprese.
Ovviamente, precisa Bussetti, le esperienze che si possono fare in città sono diverse da quelle che si possono fare in una realtà di campagna.
Di conseguenza, il ministro ha manifestato l'intenzione di lasciare che siano le singole scuole ed istituti a stabilire il corretto mix di ore di scuola e di lavoro all'interno del percorso di alternanza. Va comunque garantito un numero minimo di ore ma, secondo Bussetti, ci si deve focalizzare sulla qualità dei percorsi formativi non sulla quantità delle ore.
Il capitolo Internet
Nel corso dell'intervista a "Il Messaggero" è stato dato ampio spazio al ruolo della tecnologia e di internet che da quest'anno entra ufficialmente in classe. Bussetti, rispondendo alle domande dell'intervistatore, ha evidenziato come una buona lezione sia innanzitutto frutto di una buona interazione tra un buon docente e gli allievi.
La tecnologia rimane un mezzo che deve essere usato coscienziosamente ed efficacemente all'interno di un clima relazionale soddisfacente. Anche perché, evitando abusi di ogni tipo, le varie Scuole si stanno attrezzando per rendere disponibili agli studenti dei dispositivi da usare in classe durante le lezioni.