Il Governo Conte, di matrice Lega - Movimento Cinque Stelle, deve mantenere fede agli impegni. Il famigerato contratto di Governo parla di una riforma previdenziale da attuare con la cancellazione quasi totale della Riforma Fornero e l'adozione di un sistema pensionistico in linea con le promesse fatte in sede di campagna elettorale. Il mese di settembre risulterà particolarmente importante poiché i confronti politici porteranno alla probabile indicazione di una strada che potrebbe essere quella definitiva per l'adozione della cosiddetta "Quota 100" e per il recupero delle risorse necessarie alla copertura, sulla quale l'opposizione e molti esperti continuano a mantenere un certo scetticismo.
Quota 100 selettiva: due opzioni sul tavolo
L'ipotesi caldeggiata sin da subito dal sodalizio di Governo per le Pensioni anticipate è la cosiddetta Quota 100. Gli italiani hanno imparato che questo si traduce nel fatto che, per lasciare il lavoro in anticipo rispetto ai requisiti di anzianità, è necessario che la somma tra gli anni di età e quelli contributivi sia pari a 100, a patto di aver raggiunto un'età minima indicata (varie le ipotesi indicate fino al momento). Da qualche tempo si parla però di Quota 100 selettiva ed oggi ci sono un paio di opzioni: l'adozione di una o dell'altra potrebbe essere disciplinata dalla disponibilità di risorse da poter mettere in campo. Si sa, ad esempio, che permettere l'uscita attraverso questa soluzione alla più ampia platea avrebbe un costo stimato di circa 7-8 miliardi di euro.
L'ipotesi, probabilmente maggiormente gradita al Ministro dell'Economia, parla invece di Quota 100 da utilizzare come "strumento modulabile". In questo caso si parla di un costo stimabile in circa 2-2,5 miliardi di euro che potrebbe ricevere una maggiore copertura da un taglio dell'Ape Social.
Come funzionerebbe la Quota 100 "modulabile"
Oggi quando si parla di Quota 100 modulabile si fa riferimento a possibili modulazioni nei calcoli pensionistici basati tra l'età anagrafica, l'anzianità contributiva e persino il settore di provenienza. Si tratterebbe di uno strumento che potrebbe facilitare l'uscita dal lavoro per dipendenti che attualmente sono in esubero nelle rispettive aziende.
C'è però chi ritiene che si possa persino adottare un sistema più rigido. Potrebbero andare in pensione anticipata coloro che hanno compiuto 64 anni e trentasei di lavoro con il limite di contributi figurativi fissati a due.