Quota 100, la riforma del sistema previdenziale che l'esecutivo giallo-verde ha inserito all'interno del decreto, è aperta a tutti: non è obbligatoria ovvero ogni lavoratore per potervi aderire deve fare richiesta volontaria e spontanea. Grazie alla trasmissione Dimartedì in onda su La7 martedì 22 gennaio e condotta da Giovanni Floris ci è stato possibile appurare i paradossi stessi della riforma. Ricordiamo che per poter aderire all'uscita anticipata è necessario essere in possesso di requisiti specifici: il primo anagrafico e il secondo è contributivo.
Chi non ha uno o l'altro rischia di vedere la possibilità di aderire a questa riforma vanificata.
Uscita anticipata: i requisiti cardine e le limitazioni
Quota 100 è la riforma caposaldo della Lega Nord, fortemente voluta dal leader del Carroccio, Matteo Salvini. Per poter beneficiare di quota 100 è necessario essere in possesso di due appositi requisiti: il primo è avere almeno 62 anni di età anagrafica e il secondo è avere almeno 38 anni di contribuzione effettiva. Va specificato, inoltre, che chi beneficia dell'uscita anticipata non può cumulare redditi da lavoro occasionale per un importo superiore €5000 annui. Questa forma di uscita anticipata dal mondo del lavoro permette di uscire dallo stesso con 5 anni di anticipo rispetto alla pensione di vecchiaia.
Conseguentemente l'assegno pensione viene percepito per un tempo maggiore e il suo importo è minore in virtù del minor numero di contributi versati. L'effetto secondario di quota 100 sarebbe quello di garantire il ricambio generazionale. Infatti a migliaia di lavoratori, che potenzialmente potrebbero beneficiare di questa riforma previdenziale, corrisponderebbero migliaia di giovani che dovrebbero essere assunti e ai quali verrebbe garantito il futuro.
Non da meno gli stessi giovani potrebbero, versando i contributi, pagare le Pensioni degli stessi beneficiari di quota 100.
Dimartedì: uscita anticipata potrebbe sfuggire per un solo anno
La trasmissione in onda su La7, Dimartedì, condotta da Giovanni Floris, ha mostrato un grafico che contiene al suo interno i paradossi di quota 100.
Ovvero un lavoratore che ha iniziato a lavorare nel 1983 potrebbe beneficiare di quota 100, mentre un lavoratore che ha iniziato a lavorare nel 1984, quindi solo un anno più tardi, potrebbe vedersi sfuggire questa opportunità. Vengono presi ad esempio due lavoratori nati entrambi nel 1958 e che compiranno 61 anni nel 2021. La differenza sta proprio però nell'anno in cui i due lavoratori hanno iniziato a lavorare: quello che ha iniziato a lavorare nel 1983 perfezionerà il requisito contributivo nel 2021, mentre quello che ha iniziato a lavorare nel 1984 non potrà fare la medesima cosa. Infatti egli nel 2021 avrà raggiunto solamente i 37 anni di contribuzione effettiva: sarà così impossibile per questo lavoratore beneficiare dell'uscita anticipata ma dovrà attendere oltre 4 anni in più per andare in pensione.